IL CASO
Bello d’Italia rischia processo
Sfasciò il bar della movida e gettò una sedia nella fontana. Chiuse le indagini, presto il rinvio a giudizio?

C’era una volta il Mosaico, uno dei locali più frequentati dalla movida di una Gallarate più vivace che mai. E c’era anche Luca Ricci, un volto noto al grande pubblico - visto che nel 2000 venne incoronato con il titolo di uomo più bello d’Italia - ma anche alle forze dell’ordine, intervenute più volte per le sue intemperanze.
Successe che il quarantaduenne, il 5 gennaio 2015, si presentò al bar di piazza San Lorenzo e scatenò un putiferio incredibile. Senza oltretutto un motivo apparente. A distanza di tre anni la procura ha chiuso le indagini e ora si tratterà di capire se per l’uomo, che è difeso dall’avvocato Ermanno Talamone, verrà chiesto il rinvio a giudizio.
Il quarantaduenne si presentò al Mosaico al mattino intorno alle 10. All’interno c’erano l’allora titolare e alcuni dipendenti. Ricci aveva un braccio ingessato, ma l’handicap non gli fu comunque d’intralcio. Come una furia impazzita iniziò a buttare in aria i divanetti e le sedie, gridando come un ossesso, a tirare calci e pugni agli arredi. Prese uno sgabello e corse in strada verso la rotonda - dove tra l’altro c’era un pullman - e lo gettò nella fontana che adorna la piazza. Poi tornò verso il bar e con un altro calcio danneggiò la colonnina del telefono collocata sul marciapiede.
Per concludere insultò il proprietario e si allontanò dal posto. Ovviamente il titolare del locale chiamò subito la squadra volante: agli agenti del commissariato raccontò l’episodio, indicando anche l’autore di quel macello, visto che non era neppure la prima volta che portava scompiglio tra la clientela. A supporto delle sue dichiarazioni c’erano anche le immagini di videosorveglianza del Comune, che ripresero quegli istanti di follia. Il quarantaduenne venne così denunciato per danneggiamento.
Ma non fu quella l’unica vicenda di cui si è reso protagonista negli anni: una notte venne fermato in autostrada mentre, vestito da Spiderman, pedalava in sella alla sua bicicletta (d’altro canto il nonno era un campione di ciclismo). Un’altra volta invece scese dalla macchina mentre percorreva la superstrada 336 e si piazzò in mezzo alla carreggiata inveendo e gridando frasi sconnesse.
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