IL GIORNO DEL SÌ
Boom di nozze a Palazzo Estense
Un terzo delle coppie arriva da fuori città. I matrimoni civili superano quelli religiosi

Piace sempre di più sposarsi a Varese. Matrimoni civili, che naturalmente primeggiano su quelli religiosi, trend ormai che si consolida nel tempo.
E coppie che scelgono sì i posti per i quali l’ufficio di Stato civile si sposta, letteralmente, altrove, ma che sono attratte sempre di più dal Comune, cioè da Palazzo Estense e ancora più spesso dalla sua splendida sala matrimoni.
A ieri, da gennaio, sono stati registrati in città «110 matrimoni di cui 32 di cittadini residenti altrove, che hanno scelto Varese come location, commenta Nicoletta Zucchi, responsabile dei Servizi demografici. Dunque 32 coppie abitano altrove ma hanno scelto il capoluogo per i loro fiori d’arancio.
La maggior parte di queste coppie, 26 su 32 appunto, ha chiesto che il matrimonio venisse celebrato a Palazzo Estesne, una a Villa Paradeisos, una coppia alle Ville Ponti, 2 al Camponovo di Sacro Monte e 2 al Borgo di Mustonate.
Tra i varesini, cioè tra i residenti, tre coppie hanno scelto di sposarsi rispettivamente al Camponovo, al Palace e alle Ville Ponti. Dato che fa emozionare e rabbrividire: due unioni sono state celebrati in fin di vita in ospedale.
Nel 2018, in totale, sono stati celebrati con rito civile 176 matrimoni di cui 47 di cittadini non residenti. E anche in questo caso dei 47, ben 39 sono avvenuti a Palazzo Estense e 5 in fin di vita.
I matrimoni religiosi a Varese da gennaio sono stati 64, la metà di quelli civili, ma quelli registrati all’ufficio di Stato civile in città sono stati 109 (cioè di residenti a Varese che si sono detti sì in altri comuni).
Le unioni civili, cioè la ratifica di un legame affettivo tra persone dello stesso sesso, sono possibili dalla metà del 2016. Dopo il boom iniziale, i numeri si sono stabilizzati.
Da gennaio sono state costituite 10 unioni civili, alle quali ne va aggiunta un’altra registrata da un altro Comune. Le unioni civili sono state 9 tra maschi e 2 tra femmine. I cittadini stranieri che hanno scelto le nozze con un partner del loro stesso sesso sono stati 4.
Agli uffici di via Sacco, ci si può rivolgere anche per chiedere la separazione consensuale (o la richiesta congiunta di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio o la modifica delle condizioni di separazione o di divorzio).
Sono stati 40 gli accordi sottoscritti lo scorso anno nello stesso periodo, 39 nell’arco del 2019. I coniugi che si vogliono separare possono rivolgersi direttamente al Comune, in alcuni casi specifici e cioè in assenza di figli minorenni o maggiorenni che dipendano ancora economicamente dalla famiglia o siano portatori di handicap gravi.
Si può dire stop al matrimonio, direttamente in municipio, solo se prima di sposarsi non si sono firmati patti inerenti la sfera patrimoniale.
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