LA SENTENZA
Botte per gelosia. Condannato
Sette mesi a un 29enne che aveva aggredito un cameriere per i presunti ammiccamenti con la fidanzata

«Ma di cosa stiamo parlando? Di una scazzotata per una donna. A chi di noi non è successo nella vita?»: la domanda dell’avvocato Francesco Crupi non ha trovato assensi.
Il suo assistito, un bustese ventinovenne, è stato condannato dal giudice Rossella Ferrazzi a sette mesi e quindici giorni per lesioni gravi.
Cosa lo mosse è presto detto: la gelosia nei confronti della fidanzata di allora. Vittima un cameriere che all’epoca dei fatti lavorava allo Shed e che a processo si è costituito parte civile con il patrocinio dell’avvocato Christian Bossi.
La storia risale al 24 novembre del 2013. L’imputato e la ragazza decisero di trascorrere la serata nel locale di via 20 Settembre, tra amici e conoscenti. Chiacchiere qua, brindisi là, quattro salti.
All’improvviso però la sua attenzione venne richiamata da una scena che non gli piacque: la sua donna e un cameriere parlottavano tra sorrisetti ammiccanti e lui perse la testa.
Attese il dipendente del bar all’uscita, dopo la chiusura. «Non fare il pagliaccio, io ti ammazzo», lo minacciò.
Il barman trentatreenne - pure lui di Busto - montò in macchina e cercò di andarsene senza raccogliere la provocazione.
Ma il fidanzato disonorato provò dapprima a tagliargli la strada e poi lo inseguì fino in via Bellingera dove lo bloccò e lo tirò fuori dall’abitacolo.
A quel punto iniziò a picchiarlo sferrandogli pugni in faccia, procurandogli un trauma da percosse guaribile con sette giorni di prognosi e per di più rompendogli gli occhiali da vista. Venne allertata la polizia, che svolse gli accertamenti. Ieri, mercoledì 12 dicembre, l’epilogo giudiziario.
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