IL FENOMENO
Buguggiate, il gambero killer fa marcia indietro
Sulle sponde del Lago di Varese meno esemplari del gambero rosso della Lousiana

Fanno marcia indietro i gamberi rossi della Louisiana. Negli anni scorsi in questo periodo era praticamente normale notare molti esemplari sulle rive del lago di Varese, nei fiumiciattoli affluenti, sulla pista ciclabile e persino lungo sentieri e strade vicini alle acque. Viaggiando in auto sulla Sp1, all’altezza di Buguggiate, ci si imbatteva addirittura in veri e propri squadroni in attraversamento e i carapaci erano praticamente ovunque. Invasione, si dice da oltre un decennio. Ora non più: il temuto gambero killer, importato da oltreoceano e considerato dannoso per le specie nostrane pregiate, è assai più raro. Non è sparito del tutto e, dopo una ricerca, si trova ancora per esempio nella Rongia Nuova a Buguggiate, sotto il ponticello, nascosto timidamente fra le rocce delle sponde. Eccone altri “passeggiare” sul letto del torrentello nelle zone in secca, per poi ritrarsi ancora nei piccoli anfratti quando si accorgono di essere osservati. Oppure, in segno di difesa, si bloccano e alzano le chele, mostrando orgogliosamente il petto al potenziale assalitore.
FINO A 12 CENTIMETRI
Non sono piccoli, possono arrivare a 10-12 centimetri ma al massimo danno un pizzico per proteggersi (il consumo non presenta alcun rischio). E pensare che per tutti sono loro i "cattivi”, come i granchi blu nei nostri mari, stranieri guardati con sospetto perché golosi delle uova di pesce persico e lucci che rappresentano il top della fauna ittica locale. Ora il nemico fa meno paura, ma come mai? Che cosa è successo? Nulla di definitivo o irreparabile pare, anzi.
ALTRI PREDATORI
Può capitare che, in certe annate particolari, la diffusione possa calare per effetto di altri predatori che se ne cibano e negli anni hanno imparato a riconoscere questa nuova forma di sostentamento. Chi sono? L’attacco arriva via acqua, terra e cielo. Perché di sicuro si contano siluri, uccelli come gli aironi, ma anche umani golosi di questa specie, tanto da averne livellato i numeri. In particolare la comunità cinese da tempo si dedica a battute di caccia al gambero rosso, soprattutto di sera o di notte, con retini e secchi, coinvolgendo grandi e bambini nelle uscite che sono anche un divertimento. Ebbene, anche queste battute sotto le stelle sembrano diminuite rispetto al passato, segno di una difficoltà maggiore a trovare le giuste quantità. Quelle che permettono almeno di gustarsi un bel piatto di riso o un’insalata “condita” con il gambero killer.
Non si tratta di una scomparsa totale e quindi non è opportuno cantare vittoria su una specie non autoctona, come confermano i pescatori del lago di Varese, che continuano a trovarne nelle reti, a discapito di un pescato nostrano più pregiato e più spendibile sul mercato.
L’ANALISI DEL FENOMENO
E lo ribadisce il professore dell’università della Svizzera italiana a Lugano Paolo Giorgetti, autore del libro “Il lago d’inverno”, legato alla grande famiglia dei pescatori del nostro bacino (suo padre Ernesto è una delle colonne della Cooperativa). «Non ce ne sono molti, come spiego spesso le specie seguono curve di crescita e di diminuzione dipendenti da altri fattori (altre specie che si cibano allo stesso modo, predatori, cambi di habitat, malattie ecc..). Il risultato è che possono seguire anni in cui una specie sembra sparire, anni in cui il numero di esemplari presenti è insufficiente a far esplodere le presenze. Poi, superato un certo numero, in concomitanza di fattori favorevoli, possono tornare a ripopolare in gran numero». Insomma, marcia indietro sì, ma non definitiva.
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