LA POLEMICA
Busto Arsizio, Antonelli: «Non sono il badante di Lattuada»
Saluto romano e derivati infiammano il Consiglio comunale

La delicata vicenda dei derivati e il caso della foto col saluto romano postata su Facebook da Checco Lattuada hanno infuocato il consiglio comunale di ieri sera, giovedì 1 febbraio.
Al di là delle schermaglie dialettiche, la notizia è la decisione del Comune di impugnare la recente sentenza con cui il Tribunale di Milano ha respinto la richiesta dell’amministrazione bustocca di non riconoscere in Italia il verdetto della High Court of Justice di Londra.
Ieri sera il sindaco Emanuele Antonelli ha risposto punto per punto all’interrogazione presentata dall’opposizione.
Ricostruendo la cronistoria del contenzioso tra Comune e Deutsche Bank e, appunto, informando il consiglio che la battaglia legale non è ancora finita. Il primo cittadino ha anche precisato che il Tribunale di Milano ha compensato le spese di giudizio: dunque non c’è stato un altro “bagno di sangue” economico per Palazzo Gilardoni, che per questa annosa vicenda (risalente al 2007) ha già sborsato più di 4 milioni di euro in spese legali.
Le risposte del sindaco non hanno però convinto il consigliere di minoranza Santo Cascio (“Progetto in Comune”) che ha ribadito l’idea – già avanzata in un precedente consiglio – di presentare un esposto per danno erariale. «Lo farei a tutela dei cittadini – ha puntualizzato Cascio -. Con i quattrini spesi per questa vicenda, quante cose avremmo potuto fare? Basti pensare alle tante necessità dei servizi sociali. Errare è umano – ha sintetizzato Cascio -, ma perseverare sarebbe diabolico».
IL CASO LATTUADA
L’altro caso che ha provocato scintille in sala esagonale è stato quello della foto col saluto romano pubblicata da Francesco “Checco” Lattuada (noto esponente della destra bustocca) nel Giorno della Memoria. Gesto fortemente stigmatizzato dal consigliere del Pd Paolo Pedotti (che è anche segretario cittadino dei “dem”): «Un fatto grave – lo ha definito Pedotti -, come è grave è l’assordante silenzio del sindaco e della maggioranza». Secca la replica di Antonelli: «Sono amico di Checco Lattuada, ma non sono il suo badante. Non vedo perché dovrei prendere le distanze, visto che Lattuada non è un assessore né un consigliere comunale. È come se io chiedessi a lei di prendere le distanze dai No Tav o dai centri sociali. Cercate di volare un po’ più alto – ha aggiunto Antonelli – e smettetela di pensare al fascismo che non c’è. Se ci fosse, sarei il primo a scendere in piazza. Non so se lei farebbe altrettanto», ha concluso il sindaco, suscitando l’ira di Pedotti: «Non può permettersi di dire una cosa del genere – la replica del segretario del Pd -. Sono iscritto all’Anpi e sono fedele alla Costituzione. Io ho condannato il gesto, non la persona».
La maggioranza (attraverso i consiglieri Max Rogora di Fratelli d’Italia e Orazio Tallarida di Forza Italia) ha poi difeso Lattuada, ricordando il suo “storico” impegno a favore dei senzatetto.
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