IL CASO
Busto: appello per il Pro Patria Museum
Chiuso dopo l’incendio di luglio. Il sodalizio che cura i cimeli chiede certezze su tempi di riapertura o eventuali alternative

Dopo l’incendio del 31 luglio allo stadio “Speroni”, il Pro Patria Museum non ha più potuto riaprire. E ora il direttivo del sodalizio che si prende cura dei cimeli biancoblù esce allo scoperto chiedendo chiarezza: «L’associazione attende sia da parte della società Aurora Pro Patria sia dal Comune una comunicazione sulle tempistiche, e in particolare auspica che si possa arrivare a uno sblocco dei locali, oppure a una soluzione alternativa che permetta di fare tornare “vivo” il Pro Patria Museum» si legge nel comunicato ufficiale.
Il problema è nato appunto lo scorso 31 luglio, quando è divampato un incendio in un magazzino dello stadio “Speroni”, adiacente al Pro Patria Museum. Le fiamme non sono arrivate direttamente al museo, ma il fumo e la fuliggine – passando dalle tubature dell’aria – hanno annerito i cimeli della storia biancoblù custoditi nella sala.
L’associazione Pro Patria Museum ha ripulito e sanificato il materiale a proprie spese, spostandolo in un luogo sicuro. «Attendiamo che i locali del Museum vengano a loro volta ripuliti e sanificati – sottolinea il sodalizio -, ma ad oggi non è ancora pervenuta alcuna comunicazione a tal riguardo, e il Pro Patria Museum non è ancora riuscito a tornare nella sua sede, impedendo ai tifosi e agli appassionati di visitarlo». Il rammarico del direttivo è tangibile, tanto più che il presidente della Lega Pro Matteo Marani (che guida anche la Federazione italiana musei del calcio), in visita allo “Speroni” in occasione del match Pro Patria-Padova, non ha potuto avere l’occasione di ammirare il museo della storia biancoblù (l’associazione fa peraltro notare di aver appreso solo a mezzo stampa della presenza del presidente Marani allo stadio).
Ora il direttivo del Pro Patria Museum sollecita la società Pro Patria e il Comune a fornire informazioni sulle tempistiche della riapertura, o eventualmente a trovare soluzioni alternative.
© Riproduzione Riservata