LA PROPOSTA
Alla città serve un gattile
Quindici colonie di mici a passeggio per Busto Arsizio: Apar lancia un progetto nei pressi dell’area cani

Comuni di medie dimensioni come Cassano Magnago si interrogano da tempo.
Busto Arsizio ci sta provando, ma come spesso accade su questo territorio, le polemiche non mancano.
La notizia è semplice: servirebbe un gattile, per prendersi cura di mici che non hanno casa e che potrebbero essere adottati da famiglie in grado di occuparsene a dovere.
Sul territorio si sono formate una quindicina di colonie feline, nate magari da un abbandono.
Qualche amante degli animali porta del cibo e i mici crescono e si moltiplicano.
Indubbiamente utili vista la presenza di topi in diverse parti della città, magari dove sono stati avviati gli scavi per qualche cantiere, questi gatti crescono in modo selvatico e randagio, non si prestano a un’adozione.
Si lasciano avvicinare difficilmente, sono diffidenti, anche se c’è chi cerca di occuparsi di loro e, usando apposite trappole, li porta in gabbia da un veterinario per farli sterilizzare.
Apar, che già si occupa del canile, ha deciso di attivarsi seriamente, come Prealpina aveva anticipato prima di Natale: ha protocollato qualche giorno fa un progetto per sottoporlo all’esame del Comune.
Obiettivo è accogliere micini che possano ancora essere adottati, dal momento che un randagio non si adatterebbe facilmente a un’abitazione. Proprio come la scorsa estate.
Proprio mentre si pongono le basi di questo passaggio, importante per una comunità locale che voglia rispettare gli animali, in modo del tutto indipendente sul tema interviene Audio Porfidio, che però ne fa l’ennesima battaglia della sua guerra personale contro l’assessore Max Rogora, di cui chiede anche questa volta le dimissioni.
«Una città di 84.000 abitanti dovrebbe essere dotata di un servizio come il gattile - dice Porfidio - La competenza è del Comune, in capo alla polizia locale, ma Busto se ne lava le mani, lasciando ai tanti volontari che accudiscono le colonie feline la responsabilità di svolgere questo servizio. La buona volontà e la generosità dei volontari è encomiabile e merita il massimo rispetto e la gratitudine di tutti, ma l'amministrazione comunale non può chiudere gli occhi».
Porfidio minaccia esposti al prefetto: «Se sindaco e assessore continueranno a far finta di niente, prenderò io l'iniziativa e mi rivolgerò anche alla procura della Repubblica per capire se da parte del Comune ci sia negligenza».
Una ulteriore provocazione non poteva mancare: «Chi trova un gatto randagio per la strada, vada a consegnarlo nell'ufficio dell'assessore Rogora. Ci pensi lui: è facile farsi fotografare con un cane in braccio e apparire sui giornali, ma poi bisogna anche dare risposte concrete ai problemi della città».
Ora che sul piatto c’è una proposta seria, da parte di chi con il canile ha dimostrato di sapere come agire, il Comune potrebbe rimediare alla lacuna. Mettendo subito da parte accuse e contro accuse che con Apar, chiaramente, nulla hanno a che spartire.
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