LA REPLICA
«Le ciclabili le facciamo»
Il sindaco Antonelli risponde all’avvocato Cramis chiedendo pazienza e raccomandando attenzione

In cinque anni da sindaco Emanuele Antonelli non conta le volte in cui, a torto o a ragione, ha fatto da parafulmine a proteste e lamentele riguardanti lo stato in cui versa la città: come se insieme alla fascia tricolore fosse in dotazione la bacchetta magica.
A indispettirlo stavolta è quella che ritiene una forzatura, peraltro tipica del linguaggio giornalistico, alle dichiarazioni rilasciate dall’avvocato Francesca Cramis, colpita al volto in seguito a un incidente in viale Diaz, dove transitava su un monopattino elettrico. Benché non rilevi accuse nei suoi confronti, è innegabile che «Se ci fosse la rete di ciclabili auspicata e promessa dal sindaco non si rischierebbe di finire travolti e magari uccisi», come dice Cramis con riferimento a biciclette e monopattini, non è che si presti a troppe interpretazioni: «Però noi le ciclabili non le abbiamo solo annunciate. Le stiamo realizzando proprio in questi giorni. Stanno comparendo in viale Stelvio e in viale Alfieri», afferma Antonelli, ed è cronaca recente il malcontento da parte di chi non vorrebbe mai vedere sacrificati i parcheggi per le auto a vantaggio della mobilità sostenibile: «Chiedo solo a tutti di avere ancora un po’ di pazienza. Abbiamo preso l’impegno e lo stiamo portando avanti, con le risorse di cui disponiamo».
Per inciso, sono 70mila euro di fondi intercettati all’uopo: «Ci consentiranno di tracciare quella rete giustamente invocata da Cramis, alla quale vanno i miei più sinceri auguri di pronta guarigione. Non è però da credere che possano bastare a uniformare il fondo stradale. Questo non sarà possibile a meno che il Comune non disponga di qualcosa come 20 milioni per rifare interamente l’asfaltatura. Allora mi potrò impegnare a fare delle strade degne di un tavolo da biliardo. Purtroppo invece non ne disponiamo e dobbiamo tenerci le strade che abbiamo».
Oltre alla pazienza per le piste, il sindaco raccomanda anche molta, ma molta attenzione nel caso si preferirà usarle su monopattino piuttosto che su bicicletta: «Io il monopattino l’ho usato a Parigi e, almeno per la mia esperienza, di piste dedicate non ce n’erano. In compenso c’era il pavé e lascio immaginare la difficoltà di tenere il mezzo su strada». La stessa che a Milano, il cui paragone con Busto indispettisce ulteriormente Antonelli: «Lì, oltre al pavé, ci sono i binari del tram cui stare attenti. Insomma, il monopattino è un mezzo instabile di suo e ben più pericoloso di una bicicletta. Bene che lo si usi, ma usare anche un caschetto sarebbe meglio».
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