LAVORI
Cantieri, si riparte dalle scuole
Il Comune spera di avere altri tre milioni dal Miur per rifare Tommaseo, Schweitzer e Pontida

Oggi l’attenzione è tutta concentrata sull’emergenza: come tener botta allo stop totale alle attività, come aiutare vecchi e nuovi poveri, come impostare la fase della ripartenza per evitare che l’epidemia si ripresenti. Ma a Busto Arsizio non si ragiona solo sulle misure per contenere i danni economici legati al coronavirus.
L’idea che sta prendendo piede è che, appena sarà possibile, bisognerà cercare di riprendere il percorso degli investimenti, compatibilmente con quelle che saranno le possibilità. E pare che l’indirizzo scelto, anche in accordo con Agesp, sia ricominciare il prima possibile dalle scuole.
In fondo, pur nella disgrazia di istituti che ormai quasi sicuramente non riapriranno più fino a settembre, la grande occasione è offerta da un tempo enorme per mettere a posto situazioni che si trascinano da anni e anni. Ci sono edifici bisognosi di ristrutturazioni, e soprattutto Busto ha un arretrato enorme di messe a norma e attuazione delle misure anti incendio.
Ora, oltre ai tanti mesi a disposizione con le aule sgombre, c’è un aspetto non secondario da considerare: i soldi, frutto di finanziamenti ministeriali in cui l’amministrazione ha messo una piccola compartecipazione, ci sono. Mentre, per quelli che ancora mancano, si chiederà agli enti superiori di sbloccare velocemente i finanziamenti che si contava di vedersi assegnare per l’estate.
In città, a dire il vero, già nella prima fase dell’emergenza si era concentrata l’azione su tre plessi, in modo da anticipare alcuni interventi. I primi lavori erano cominciati a fine febbraio alle Bossi di via Dante, alle Galilei di Sacconago e alle Bellotti di Sant’Edoardo.
Allora la prospettiva era di avere a disposizione le strutture libere per tutto marzo. Ma poi sono successe due cose: il governo ha disposto lo stop ai cantieri mentre la quarantena scolastica è diventata talmente lunga da far presupporre che ormai l’annata possa considerarsi conclusa. E allora il Comune si trova davanti questa prospettiva: appena sarà possibile, correre a più non posso con questi tre cantieri e far partire anche quello alle scuole Puricelli di Beata Giuliana. Anche qui, come per i casi precedenti, ci sono i denari già versati (e vincolati) dal Ministero dell’Istruzione: si tratta di 4 milioni di euro, 3,2 dei quali provenienti da Roma.
Ma il grande obiettivo della giunta Antonelli è quello di provare ad andare oltre. E, nello specifico, si aspettano conferme dallo stesso Miur per ricevere altri contributi.
In ballo ci sono le richieste, inoltrate da mesi, per poter beneficiare di ulteriori 3 milioni da destinare ad altri tre plessi, collocati negli istituti comprensivi rimasti esclusi dalla prima fase. Se quei soldi arriveranno, si potrà finalmente mettere mano alle malconce quanto storiche Tommaseo di via Sanzio, alle Schweitzer di Sant’Anna e anche alle Pontida di San Michele.
D’altronde, se da un lato è vero che lo Stato si sta dissanguando per aiutare imprese e famiglie, è anche vero che i lavori pubblici potrebbero rappresentare un’iniezione per tornare a far girare l’economia, specie in un’edilizia che promette di pagare a caro prezzo questa crisi. Il tutto con il risultato di avere scuole sicure.
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