IL FENOMENO
«Fanno scappare i clienti». Il centro ha paura
Lo sconforto e la rabbia dei negozianti alle prese con le baby gang

Si alza il livello di esasperazione in piazza Vittorio Emanuele II e dintorni. Dopo la turbolenta serata di giovedì, durante la quale diverse bande di giovani ne hanno combinate di tutti i colori (urla fino a tarda notte, accenni di risse, fumate di sostanze stupefacenti), i commercianti della zona appaiono sempre più stizziti e sempre meno disposti a tollerare la situazione.
STUFI DEI REGALINI
«Certo che danno fastidio, presenze di questo tipo rischiano di allontanare i clienti», nota Maurizio Scottoli, titolare della Trattoria Caprese, il locale di successo inaugurato lo scorso novembre nella piazzetta della Residenza del Conte. Le scorribande dei giovani creano non pochi problemi all’attività.
«Guardate, questa è l’ultima sorpresa, l’abbiamo trovata proprio stamattina», dice un cameriere mostrando la porta del magazzino tutta imbrattata da scritte senza senso. «La situazione è pesante soprattutto di giovedì e sabato sera», riprende Scottoli. «Si radunano in piazza, fumano, urlano, si ubriacano, ogni tanto ci scappa la rissa. I controlli vengono fatti, ma sono molto blandi. Fino a oggi certamente non hanno risolto nulla». Per la “Caprese” – che, come tutti i locali pubblici, dopo l’emergenza Covid ha dovuto fare i conti con un calo della clientela – questi rumorosi e poco educati “vicini di casa” sono diventati decisamente molesti. E non solo per il ristorante, va da sé.
IL TERRORE CINESE
Anche l’Antico Bar degli Angeli, storico punto di ritrovo di piazza Vittorio Emanuele, deve spesso fare i conti con gli eccessi delle comitive. Il cinese che gestisce il bar non ha grande dimestichezza con la lingua italiana, ma la parola che ripete due volte è più che assolutamente sufficiente a rendere il concetto: «Paura, paura». In zona sono in tanti a temere che qualche volta possa succedere qualcosa di veramente grave. Perché oltre ai (pur deprecabilissimi) atti vandalici inferti alle panchine e agli arredi, oltre al baccano che impazza fino a notte, più volte le discussioni tra i ragazzotti più alticci sono degenerate in rissa. Le cui conseguenze non sono sempre prevedibili.
L’ASSALTO AI NEGOZI
«Hanno provato anche a lanciare una bottiglia di birra contro la mia vetrina, tant’è che l’antifurto ha cominciato a suonare», racconta l’antiquaria Anna Nedalini, titolare del negozio “Antichità”, nonché vice presidente del Comitato Commercianti del Centro. «Le intemperanze sono all’ordine del giorno, ma il giovedì sera in particolare è diventato un disastro. A questo punto mi chiedo se abbia ancora senso organizzare i giovedì dello shopping in centro, o quantomeno se non sia il caso di studiare una formula diversa da quella attuale. Ora come ora, le uniche attività che beneficiano dell’iniziativa sono bar e gelaterie. Solo loro. Bisogna pensare a qualcosa di diverso, di più articolato: non si può ridurre tutto alla somministrazione di cibo e bevande».
BOTTE E BOTTIGLIE
Il guaio è che spesso le consumazioni avvengono proprio in mezzo a piazza Vittorio Emanuele, oppure sotto i portici di piazza Garibaldi e via Fratelli d’Italia. Col risultato che, la mattina, bisogna raccogliere tutte le bottiglie che si sono scolati i ragazzi la sera precedente. Anche ieri, tra piazza Vittorio Emanuele e la Residenza del Conte, spiccava qualche “ricordo” dell’ennesima notte brava (cocci di bottiglie, pacchetti di sigarette), mentre ogni giorno spunta qualche nuovo scarabocchio ad imbrattare panchine e pedane di una piazza che, per un motivo o per un altro, non riesce a trovare pace.
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