IL CASO CHIUSO
Corna e video hot: 1000 euro
Storia clandestina finisce con due querele ritirate e con un risarcimento alla fedifraga

Si è presentata in udienza accompagnata dal marito, sguardi tra lei e il suo ex amante - accusato di stalking - non ce ne sono stati. Ma la loro travagliata vicenda giudiziaria si è conclusa con un urbano e civile accordo: l’imputato - un quarantatreenne difeso dall’avvocato Andrea Rodelli - ha versato mille euro di risarcimento alla donna, impegnandosi a non diffondere più neppure una delle immagini che ritraggono la loro storia clandestina.
E ha pure ritirato la denuncia sporta contro il marito che, infastidito dalle molestie, un giorno gli dette un pugno.
La donna - assistita dall’avvocato Cristina Torretta - da parte sua ha rimesso la querela nei confronti del quarantatreenne e alla fine dell’udienza davanti al giudice Giulia Pulcina, ognuno è andato per la propria strada, seguendo la via della risoluzione proposta all’udienza precedente dal pm Laura Martello.
La relazione tra i due amanti sarebbe durata tre anni, stando a quanto emerso nel corso dell’istruttoria: vittima e imputato avrebbero addirittura trascorso periodi di vacanze insieme, a quanto pare senza che il marito di lei sospettasse tradimenti. Decisero pure di iniziare una vita insieme, pensavano a trovare un appartamento, facevano progetti.
Ad agosto del 2017 lei però cambiò drasticamente idea. Furono i genitori a convincerla a ricostruire il suo matrimonio e lei troncò la storia con il quarantatreenne con un freddo messaggio.
L’uomo non riuscì a capacitarsi di quell’improvvisa inversione di rotta. E iniziò a chiedere spiegazioni, a pretendere chiarimenti, ad assillarla. Un’inquietudine che durò circa un mese, con diversi episodi, uno su tutti particolarmente di impatto: per farle capire che cosa avesse perso, le piazzò davanti al posto di lavoro una sua gigantografia in tenuta balneare, slip rosso e addominali in evidenza.
Sta di fatto che la quarantenne lo denunciò per stalking, dichiarando che quelle persecuzioni fossero iniziate a febbraio.
L’uomo però ha estratto l’asso dalla manica: a giugno dello stesso anno, durante uno dei loro incontri bollenti, pensò di filmare un video a insaputa della donna, usando il cellulare collocato sul cruscotto.
A effusioni concluse lui le chiedeva «ti è piaciuto il mio... ?» e la risposta di lei fu entusiastica.
Quel video - che il precedente avvocato Ermanno Talamone ha mostrato in aula a sorpresa - si è rivelato la prova del fatto che che la relazione fosse solida e appassionata anche nell’arco temporale in cui la quarantenne si era dichiarata vittima delle sue ossessioni.
Per questo il pm Martello consigliò di trovare un accordo per chiudere la spiacevole questione. Che ora resterà per tutti solo un ricordo ingombrante.
«Mi perseguita». Ma lui ha un video...
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