SICUREZZA
«Fermate il racket dei nigeriani»
Caso ospedale: l’appello di Paolo Efrem, primo consigliere comunale di colore della città. Ecco le soluzioni

Senza girarci troppo attorno, parla di «racket» dell’elemosina, di «questuanti spesso molesti nonché usi improvvisarsi parcheggiatori abusivi», quindi chiede interventi contro «il degrado che attanaglia l’area dell’ospedale cittadino».
I contenuti del reportage effettuato dalla Prealpina sulla situazione persistente in via Arnaldo Da Brescia, si riassume in un documento protocollato dalla lista civica Busto Grande per chiedere alle istituzioni di mettere fine all’assalto di un drappello di nigeriani che spadroneggiano illegalmente dalle parti della struttura sanitaria.
Un appello alla sicurezza che è lontano anni luce da velature razziste, non fosse altro perché la mozione porta la firma di Paolo Efrem, primo consigliere comunale di colore della storia di Busto, origini eritree e disponibilità a mettersi in gioco al punto tale da riferire che «tutto quello che avete scritto sul giornale è vero e pure deprimente, l’ho visto con i miei occhi durante un paio di sopralluoghi sul posto a cui mi hanno invitato i ragazzi di CasaPound».
Così, consapevole che la sua voce possa essere ascoltata senza che venga bollata pregiudizialmente, Efrem scende in campo per dire basta. «Perché io in Nigeria ci sono stato - spiega - e certi atteggiamenti nei confronti delle loro forze di sicurezza non sarebbero mai permessi, invece qui lasciamo che spintonino e sputino agli agenti di polizia locale senza che succeda loro nulla».
Ecco allora l’idea di comporre una mozione, con alcune proposte concrete che potrebbero aiutare a generare una svolta. Si tratta di «favorire un accordo fra Comune e azienda ospedaliera per riqualificare il gabbiotto esistente in mezzo a un’area per le auto al fine di renderlo fruibile per un istituto di vigilanza, la polizia locale o lavoratori protetti in convenzione», invece che lasciarlo in balia degli abusivi in quella centrale di controllo di un parcheggio gratuito che loro gestiscono come se fosse a pagamento.
A questo proposito, per l’esponente di Busto Grande «bisogna ripristinare una segnaletica che chiarisca la gratuità della sosta», in modo che nessun cittadino cada nel tranello, potenziando il tutto con «interventi sul decoro della zona con infrastrutture della sicurezza, illuminazione e impianti di videosorveglianza».
Infine, nella specifica repressione delle illegalità portate avanti dai nigeriani sotto la luce del sole, secondo Efrem «bisogna concordare maggiore presenza di pattuglie delle diverse forze dell’ordine per tutelare la gente e provare a censire i questuanti, così da poter implementare soluzioni mirate a garanzia della loro dignità e investigando sull’esistenza di un possibile racket che ne sfrutti la debolezza sociale».
La conclusione di Efrem è perentoria: «Qui non si tratta di cacciare lo straniero a prescindere, ma di ridare tranquillità a tutti ed evitare forme di illegalità che nulla hanno a che fare con il concetto di integrazione. Fa bene alla città e agli stessi ragazzi spesso sfruttati».
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