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Il Sociale sarà teatro musicale
Per celebrare il 130° di storia si rifarà la buca dell’orchestra per ricreare la “piccola Scala”

Il futuro è anche un salto indietro nella storia, riadattata a tempi moderni. E allora per il Teatro Sociale, oggi desolatamente chiuso per colpa del coronavirus, questo è il momento di riprogettarsi, pescando dal proprio glorioso passato gli spunti necessari per tornare competitivo.
Così ecco il grande progetto del 2021, anno in cui la storica sala di piazza Plebiscito compirà i suoi 130 anni di cammino: la predisposizione di tutto quello che serve per tornare ad essere davvero la “piccola Scala” di Busto Arsizio, riportando in pianta stabile le attività concertistiche ed operistiche.
Insomma, se il sogno di una sala della musica classica e lirica spunta di tanto in tanto nei programmi di una città che possiede una solida tradizione del settore ma non gli spazi adeguati per esprimerla del tutto, ora è proprio il Teatro Sociale a proporsi come polo d’attrazione.
Lo si farà con due mosse, molto diverse nella sostanza ma decisamente collegate nell’obiettivo. La prima riguarda la ristrutturazione della famosa buca per l’orchestra davanti al palco. Lo spazio c’è ancora, ma ormai è impensabile utilizzarlo dopo oltre sessant’anni dalla sua chiusura. Servirà quasi rifarlo da zero, predisponendo una struttura mobile che - quando ce ne sarà bisogno - potrà essere tolta e ospitare almeno trenta orchestrali, mentre nelle altre occasioni di teatro e spettacolo resterà invisibile.
Il secondo atto della rinascita fonda invece sull’installazione di un ascensore nella parte che conduce al ridotto intitolato a Luigi Pirandello. Un elevatore che darà ovviamente la possibilità di accesso anche ai disabili, ma che renderà semplice il trasporto degli strumenti per i piccoli concerti da camera che lo staff del Sociale - capitanato da Luca Galli - intenderebbe poi organizzare a ripetizione.
Anche se i tempi sono veramente durissimi per strutture di questo genere - costrette a cancellare un’intera stagione di appuntamenti fino a data di ripresa imprecisata - le intenzioni paiono assolutamente forti e concrete.
D’altronde, rinunciando all’ipotesi di ricreare gli antichi palchi (in stile Scala, appunto), queste due opere potranno realizzarsi spendendo circa 70mila euro. Certo una cifra considerevole, ma non impossibile se si stenderà un piano di rientro garantito dalla possibilità di organizzare eventi di qualità ma assolutamente non di nicchia, oltretutto nella consapevolezza che ormai le proposte camerali, liriche e in genere concertistiche sono sempre meno in ambito provinciale, sebbene l’utenza interessata a seguirle non manchi affatto.
Ecco allora che il Sociale, per festeggiare con nuovo vigore i propri 130 anni di storia, ha deciso di ritornare ad essere (anche) il teatro della musica classica.
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