L’INTERVENTO
Busto Arsizio, l’avvocato Cramis da Wanna Marchi
Il legale in tv per parlare di carcere e detenuti

«Il carcere di Busto Arsizio non funziona. Ma per coprire le carenze c’è chi è pronto ad affermare il falso»: dure le parole dell’avvocato Francesca Cramis sulla realtà detentiva di via per Cassano.
E le ha pronunciate martedì sera in diretta sul canale digitale 163 Go Tv, ospite del talk show di Wanna Marchi e Stefania Nobile, un appuntamento che dallo scorso autunno intrattiene il pubblico parlando dei gironi infernali in cui incappa chi sbaglia con la giustizia o addirittura chi ci cade da innocente. Sui divanetti dello studio si sono già seduti Raffaele Sollecito - assolto dalla terribile accusa di aver ucciso, con Amanda Knox, Meredith Kercher - e Pina Auriemma, condannata a diciannove anni e mezzo per il delitto Gucci.
Il tema insomma è quello che sta a cuore anche al ministro Marta Cartabia, la necessità di rendere più umana e dignitosa l’espiazione di una pena ma anche quella di andare con i piedi di piombo quando si tratta di privare un individuo della libertà, perché «è difficile contenere il delirio di onnipotenza di alcuni magistrati, soprattutto di qualcuno delle Dda».
L’ANALISI DEL LEGALE
«Sono molte le criticità della casa circondariale di Busto, dai miei assistiti arrivano spesso lamentele ma non è facile cambiare rotta. Gli attuali magistrati di sorveglianza hanno molte più remore nel concedere delle chance ai detenuti. È diventato molto difficile ottenere qualsivoglia beneficio e ci sono tempi lunghissimi al tribunale di sorveglianza di Milano perché non arrivano provvedimenti provvisori. In più ci sono pochi educatori in generale nelle carceri e ciò rallenta la chiusura delle relazioni di sintesi che consentono di accedere ai benefici. Spesso i direttori, che sono i capi di un istituto, non tengono testa ai comandanti della polizia penitenziaria. La figura del garante dei detenuti è spesso inesistente, il carcere ha raramente l’effetto rieducativo per cui è stato concepito», ha sottolineato la penalista elencando le tante inefficienze di cui nessuno parla mai, essendo l’argomento scomodo. «Si pensa sempre che certe esperienze non ci riguarderanno mai, ma è un attimo doversi ricredere», è la chiosa su cui riflettere.
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