L’ALLARME
Legionella, città nel panico
Verifiche a raffica negli acquedotti, ma senza esito. Polemiche per la comunicazione tardiva e la poca chiarezza

Da venerdì notte c’è una città intera sprofondata nel panico, immersa in un misto di paura per l’aggressione della legionella e di confusione per la fumosità, l’imprecisione e la difformità delle informazioni.
A spingere sul pulsante della tensione è stato il comunicato stampa sganciato a freddo dalla Regione, con cui si annunciava a sera avanzata l’esistenza di un’insidiosa emergenza sanitaria.
E la preoccupazione non si placa ancora adesso, dopo una giornata intera di controlli e ricerche, per capire dove sia localizzabile il focolaio dell’ennesimo nemico invisibile di questo 2020, però in questo caso tutto bustocco.
In particolar modo è la zona nord della città ad essere stata setacciata dai tecnici di Ats Insubria, affiancati nelle operazione da una squadra di Alfa. Perché è sull’acquedotto che si è concentrata l’attenzione, anche se dopo due giorni di campionature e analisi ancora una risposta ai quesiti non c’è. Tanto che si ipotizza che possa non essere la rete idrica ad aver incubato la legionella, sparpagliandola per il territorio. Sono stati fatti approfondimenti anche su varie strutture con impianti di condizionamento, anch’essi classico rifugio del batterio.
Ma niente, per ora non c’è stato verso di cavare un ragno dal buco. Fra le uniche certezze c’è il fatto che i primi casi si sono concentrati in due aree: quella dell’ospedale (nel rione San Giuseppe) e quella di Madonna Regina, indicata dal sindaco Emanuele Antonelli come il punto più attenzionato in queste ore. Ma in realtà i casi hanno toccato San Michele (dove abitava la donna morta) così come Beata Giuliana e il territorio che circonda il Tribunale.
A un certo punto, ieri, si è ritenuto di poter ricavare informazioni decisive da un pozzo di largo Giardino, di fronte al palagiustizia, ma anche in quel caso non si è arrivati a capire nulla di questo groviglio.
Nel frattempo, rabbia e sconcerto fra i cittadini, travolti da informazioni sommarie, lanciate nella notte sui canali informativi digitali. «Ma perché solo adesso ci dicono che si sta diffondendo la legionella, quando già dieci giorni fa alcuni tecnici avevano ispezionato un condominio di via Cremona proprio per la paura che la legionella si fosse annidata nelle sue tubature?», chiede Marco Bonfanti, un cittadino ora preoccupato della situazione. «Abbiamo anche dei nipotini da curare, nessuno ci ha detto come dobbiamo comportarci in questi giorni per precauzione».
Qualcuno, già la settimana scorsa, scrisse sui socialdi propri conoscenti ricoverati per legionella. Ma la notizia passò nell’indifferenza, anche perché gli interlocutori comunali erano in quel momento all’oscuro di tutto e smentivano. Poi però i casi sono aumentati, il tam tam si è fatto più insistente, fino alla comunicazione improvvisa dell’altra notte.
Già nelle ore precedenti, però, Ats aveva iniziato a ispezionare la città. In ritardo. Finora senza esito. E sulla vicenda si muove anche la Procura di Busto, non informata dai vertici dell’Ats, che ha deciso di vederci chiaro.
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