IN AULA
Patteggia lo stalker di Alessia Orro
Angelo Persico si è presentato davanti al gup e ha concordato una pena di un anno e otto mesi

Un amore estatico e adorante, ma pur sempre molesto. E forse Angelo Persico, funzionario di banca novarese, ora l’ha capito.
L’ossessione per Alessia Orro, palleggiatrice della Uyba di Busto Arsizio, l’ha pagata cara: ieri, giovedì 27 febbraio, il cinquantaduenne è comparso davanti al gup Piera Bossi per patteggiare una pena di un anno e otto mesi (nel frattempo ha già risarcito 5mila euro alla ventunenne stalkerizzata).
Il giudice gli ha concesso gli arresti domiciliari, così che l’uomo possa portare a termine il percorso psicologico iniziato al Cps e interrotto bruscamente sotto le feste natalizie: Persico, che già aveva ottenuto l’attenuazione della misura detentiva subito dopo l’interrogatorio, il 24 dicembre venne beccato dalla polizia in giro con la sua Porsche oltre l’orario consentito per le uscite e così venne riportato dietro le sbarre.
Il giudice lo ha strigliato e richiamato severamente al rispetto delle prescrizioni e lui ha dato la sua parola: «Non trasgredisco più, prometto».
Il piemontese venne colpito da un’ordinanza del gip Nicoletta Guerrero lo scorso 26 settembre, a compimento delle indagini svolte dal commissariato guidato dal primo dirigente Franco Novati e coordinate dal pubblico ministero Flavia Salvatore. Alessia Orro era diventata l’idolo della sua idolatria ma l’uomo aveva già un precedente specifico. Nel 2017 si era fissato su una commessa di un supermercato, la quale venne bersagliata di telefonate, messaggi e appostamenti.
Più lei lo respingeva, più lui la perseguitava. Gli agenti della questura di Novara nel 2018 gli avevano notificato un divieto di avvicinamento, puntualmente trasgredito. E così finì in carcere per la prima volta.
Del resto si era presentato dalla cassiera con un coltello da caccia di 40 centimetri e con uno a serramanico lungo 19 centimetri.
Con l’atleta della Uyba - che gioca anche in Nazionale - non fu meno inquietante: aveva iniziato a molestarla sui social network mettendo like sotto le sue foto e lasciando commenti appassionati. «Sei bellissima, ti amo, sono pazzo di te», le scriveva anche chat.
Nel frattempo si presentava al Palayamamay per contemplarla durante gli allenamenti, andava alle partite, si faceva trovare con mazzi di rose in mano, spesso ubriaco.
A luglio Persico prese una camera nello stesso hotel di Alassio dove la ventunenne soggiornava con la squadra azzurra. «Ti aspetto in stanza, se non vieni ti disintegro», le comunicò gettandola nel panico.
Dovettero intervenire i carabinieri per garantire una tutela alla pallavolista. Quando poi il dirigente di banca scoprì che la sua giovane musa aveva un fidanzato, perse ogni controllo al punto da cercare conforto, supporto e alleanza nella madre e nella sorella di Alessia.
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