LO STALKER È LEI
Perseguitato dalla ex e dal suo amico
Scritte con insulti e danni all’auto, minacce a lui e ai familiari

Stalking al femminile, e non solo. Non tutti gli uomini sono predatori ossessivi e privi di senno. A volte sono vittime, checché ne dicano le statistiche.
Di sicuro lo è l’uomo letteralmente bersagliato dalla sua ex e dal nuovo amico di lei, per i quali è stata già fissata l’udienza davanti al gup Piera Bossi.
I due sono accusati di stalking, diffamazione e danneggiamenti. Che detta così sembra una delle solite vicende che approdano in tribunale. Ma quello che ha vissuto la vittima - difeso dall’avvocato Luca Abbiati - è stato un massacro senza tregua, e pure pubblico. La città e i comuni limitrofi, tra il 2015 e il 2016, era tappezzata da cartelli e striscioni ingiuriosi rivolti a lui. Volantini e manifesti appesi ai muri del suo condominio, agli alberi, ai semafori, sui ponti della 336. E poi vicino ai luoghi da lui abitualmente frequentati, per lavoro e per hobby. Al suo nome erano sempre abbinati turpiloqui come «stronzo, ladro, frocio, bastardo, strozzino» e per fugare qualsiasi dubbio sul destinatario della campagna d’odio c’erano anche riferimenti precisi al suo lavoro. Lui non aveva la minima idea di chi potesse essere l’acerrimo detrattore.
Mai avrebbe pensato alla ex: d’altro canto erano stati insieme solo una manciata di mesi, la relazione non aveva mai avuto minimamente le sembianze di una cosa seria, perché mai avrebbe dovuto reagire così? Quindi le prime denunce, finite sul tavolo del pubblico ministero Luigi Furno, furono sporte a carico di ignoti, e pure l’idea di assumere gli investigatori privati non portò ad alcun risultato.
Nel frattempo l’uomo, i suoi familiari e la nuova compagna si trovavano spesso con le gomme dell’auto squarciate, le portiere rigate, i tergicristalli rotti. Addirittura un giorno rinvenne una piastra chiodata piazzata davanti alla sua auto, che se non avesse notato subito gli avrebbe fatto scoppiare gli pneumatici mentre lui era al volante.
Poi, una sera, l’epifania investigativa: una pattuglia sorprese l’odierno imputato in piena flagranza. Aveva in mano un punteruolo e aveva appena finito di vandalizzare l’auto della vittima. Con lui, seduta nell’abitacolo ad attendere che terminasse il lavoro, c’era anche la complice e coimputata, ossia la ex del ragazzo. A quel punto tutto ha iniziato ad avere una sua logica. Dietro a quella sequela di insulti e improperi c’era una donna disperata, spalleggiata da un cavalier servente che assecondava la sua sete di vendetta forse nella speranza di conquistarla. In questo vasto repertorio di stalking non potevano mancare le lettere anonime, minatorie ovviamente. Ma per questo filone venne aperta un’indagine parallela, svincolata da quella principale.
Il pubblico ministero Chiara Monzio Compagnoni dispose una perizia grafica sulle missive il cui esito ricondurrebbe con elevate probabilità proprio all’imputato. Il pm ha comunque optato per la richiesta di archiviazione, ieri mattina davanti al gip Nicoletta Guerrero l’avvocato Abbiati ha presentato l’opposizione. Il giudice scioglierà la riserva nei prossimi giorni.
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