SOVRAFFOLLAMENTO
No a 80 aspiranti liceali
Respinte le domande d’iscrizione: Candiani-Bausch ultragettonato

Nei prossimi anni sarà uno degli argomenti più caldi e destabilizzanti nel mondo della scuola, almeno a Busto Arsizio.
Già ora, sia a Roma sia a Milano, ne sono talmente consapevoli da avere raccomandato di non eccedere con le iscrizioni: non solo una questione di spazi, ma anche di equilibri interni che l’attivazione di eventuali nuove cattedre destinate a finire presto in sovrannumero rischia di mettere in discussione.
Si tratta del calo demografico, che si tocca con mano nelle scuole dell’infanzia e che, come un’onda, investirà nei prossimi anni elementari, medie e superiori, le quali, già iniziano ad adottare contromisure.
Le più vistose a Busto hanno riguardato i licei Candiani-Bausch, dove mai erano state respinte domande di ammissione al primo anno.
Ora, a iscrizioni ormai concluse, i dinieghi dell’ufficio di presidenza si possono contare nell’ordine di un’ottantina: su oltre 300 domande di ammissione ne sono state accolte poco più di 240 e, comunque, non saranno superiori a 250.
Il motivo è presto detto: «Da un lato c’è la limitatezza degli spazi, ma dall’altro dobbiamo rispettare una direttiva dell’Ufficio scolastico regionale a sua volta dettata dal ministero, che in vista degli effetti del calo demografico impone di non aumentare il numero di classi rispetto allo scorso anno, per evitare contraccolpi futuri», spiega la dirigente Maria Silanos, che ha confermato le 11 classi prime attivate lo scorso anno, 9 nell’indirizzo artistico, una al musicale e una al coreutico.
Altrettanto lineare è stato il criterio utilizzato per la necessaria selezione: «Ci siamo basati sulla vicinanza geografica. Non pensavo di ricevere tante richieste, anche da parte di famiglie residenti a 25 chilometri da Busto o più lontano ancora. Ne sono arrivate dal Lago Maggiore, da Rho e Saronno e dalla Brianza. A malincuore abbiamo dovuto indirizzarli a licei artistici più vicini a loro, con l’invito, nel caso, a ripresentarsi qui fra due anni per il triennio», spiega Silanos.
L’attrazione esercitata dal Candiani, oltre che per la sua rinomanza, si deve al gran numero di indirizzi attivati, che coprono l’intera proposta della scuola pubblica italiana per il campo artistico.
L’ultimo è l’indirizzo teatrale: «La differenziazione per questo e per altri indirizzi parte dal terzo anno, mentre il biennio è uguale per tutti. Il mio invito a chi è rimasto deluso dalla mancata iscrizione è di affrontare il biennio in un’altra scuola e poi, se tutto va bene, rifare domanda qui. Allora saranno minori i vincoli e qualche posto in più si troverà di certo», spiega la dirigente.
D’altronde, neppure superare indenni i primi due anni sarebbe cosa da poco: «Sarà che qualcuno prende sottogamba l’impegno richiesto. Fatto sta che in media da noi il numero di coloro che non vengono ammessi alla classe seconda viaggia attorno al 30% degli iscritti al primo anno».
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