IL CASO
Ricchi che vivono in case popolari
Paola Reguzzoni solleva il caso. L’assessore Arabini: controlli costanti. Aler vende 25 appartamenti

Sul tavolo dell’assessore ai Servizi Sociali le domande per ottenere un alloggio sono 260. La richiesta rimane alta, ma in città Aler vanta parecchi appartamenti vuoti.
E, a quanto pare, sta per metterne in vendita 25. Si dice che serva a fare cassa per sistemare altre case e assegnarle a chi ne abbia necessità.
«Il nuovo regolamento regionale, in vigore dal 2018, cambia le cose. Anche chi è già in graduatoria da due anni dovrà consegnare parecchia documentazione aggiuntiva - spiega l’assessore Miriam Arabini - A metà luglio, in sinergia con Aler, predisporremo un nuovo bando. Sarà ancora Aler a essere delegata alla gestione degli immobili, almeno per un anno ancora. Occorre chiarire come funzioni questo regolamento: le sperimentazioni affrontate a Monza hanno fatto emergere le prime difficoltà, sicuramente il testo dovrà essere modificato in qualche sua parte. Lasciamo che Aler, espressione di Regione Lombardia, affronti la fase sperimentale. Poi vedremo».
Aler cede alloggi, ottiene risorse, ristruttura altrove. E fin qui, tenendo conto dei passaggi tecnici necessari, tutto fila.
L’altra sera, giovedì 18 aprile, nel corso della Commissione Affari generali, la presidente Paola Reguzzoni (consigliere comunale leghista) ha sollevato un altro problema.
In pratica, ha dichiarato di essere a conoscenza del fatto che qualcuno, che vive in un alloggio a prezzi calmierati, abbia conti in banca consistenti, pari a 300 mila euro. In base a questo dato, ha chiesto di revocare l’assegnazione degli alloggi.
Alla polemica, di fatto tutta interna alla maggioranza, replica Arabini (esponente di Forza Italia): «Eventuali depositi in denaro o beni mobili del nucleo che occupa un alloggio incidono sul canone o sul diritto abitativo in maniera irrilevante. Il regolamento regionale non prevede la revoca dell’assegnazione in presenza di risparmi elevati, probabilmente accantonati nel corso di tanti anni».
Le assegnazioni in questione risalgono al 1969: difficile pensare che questa giunta c’entri qualcosa, di anni ne sono passati parecchi.
L’ultimo monitoraggio risale ad agosto 2018: «Sono persone - dice Arabini - che hanno superato i 65 anni e la norma vigente fino a luglio prevede che nessuno possa revocare la locazione a chi ha superato quell’età. Anche se ha da parte 300mila euro. Se hanno sempre pagato l’affitto e messo via i soldi, non posso farne dei martiri. Dovremmo valutare da chi è composto il nucleo familiare, ma io ho davanti solo dei codici, non vedo i nomi delle persone, non violo la privacy».
Reguzzoni sollecita verifiche sul reddito di chi occupa una casa popolare. Alla sua voce in commissione si è aggiunta quella di Diego Cornacchia: «Sotto le case comunali ci sono Jaguar parcheggiate».
Arabini ricorda che occorre rispettare le regole e tenere conto di tutti gli elementi (presenza di invalidi, di anziani, etc): «Io cerco di rispondere a tutti e di rispettare le norme, qui parliamo di situazioni nate da parecchio tempo. Come mai non ci si è occupati prima di questi aspetti? Io non gestisco la parte economica, ma le domande. Ora le famiglie devono presentare l’Isee-Dsu, il prossimo riferimento sarà Isee-Erp, anche a livello nazionale. Il nuovo regolamento verrà applicato in città da metà luglio».
Ma torniamo ad Aler: «Dovrebbe garantire a Busto il numero di alloggi presenti alla firma della convenzione 2016 (nella precedente amministrazione assessore al Patrimonio era proprio Paola Reguzzoni, ndr.) - dice Arabini - Lo scorso anno mi risentii quando mandarono all’asta 150 alloggi, in seguito sono stati riconsiderati gli elementi per le assegnazioni. Il fatto è che a Busto le case non sono sufficienti». Angela Grassi
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