IN SEI MESI
Tasse evase, avvisi per 4 milioni
La società incaricata dal Comune scova centinaia di debitori, soprattutto sulla Tari

I controlli sull’evasione delle tasse locali, affidati a una società privata specializzata, stanno dando i loro frutti: nei primi sei mesi dell’anno, infatti, il Comune ha spedito diverse centinaia di avvisi di contestazione per il recupero di somme mai versate dai contribuenti nell’ultimo quinquennio (il periodo massimo entro il quale è possibile esigere gli arretrati). Si tratta soprattutto di Tari e Tarsu, cioè della tassa sui rifiuti, ma anche dall’Imu e dalla Tasi mai versate arriverà in dote un bel gruzzoletto.
In tutto, stando a quanto accertato, Palazzo Gilardoni dovrebbe riuscire a recuperare la bellezza di 4.400.000 euro. Una cifra importante che si aggiunge a quelle già recuperate in passato sempre tramite le verifiche, consentendo ai conti pubblici di tirare un po’ il fiato in un periodo non semplice per gli enti locali.
Questi quattro milioni di euro abbondanti reclamati sono dunque quelli relativi agli accertamenti spediti ai cittadini bustesi nel primo semestre del 2019, con le contestazioni sugli anni precedenti. È un lavoro di verifica che arriva al suo culmine dopo che nel 2017 l’amministrazione affidò alla società Municipia Spa l’incarico di andare ad approfondire la correttezza dei versamenti effettuati o la mancanza totale degli stessi da parte dei vari contribuenti, fossero essi semplici cittadini oppure attività commerciali e imprese. Ne è uscito un quadro mastodontico di mancanze e dimenticanze e così, mettendo assieme le cifre non versate, i relativi interessi e le sanzioni aggiuntive, ecco spuntare un tesoretto che prossimamente verrà recuperato per rimetterlo a disposizione del Comune.
Ovviamente, quando si prendono iniziative del genere, è chiaro che l’operazione provochi il malcontento di chi viene sorpreso come evasore. Una parola, quest’ultima, che in realtà mal si addice (anche se è quella tecnicamente corretta) a molti di coloro che sono stati raggiunti dall’avviso. Infatti, specie quando in ballo ci sono somme abbastanza contenute, più che la volontà di non pagare, emerge l’errore non voluto.
Infatti, specie per quanto riguarda una Tari che si calcola sulle metrature degli immobili, molto spesso le contestazioni sono legate alla difformità delle dichiarazioni rispetto a quanto riportato sui documenti catastali. In pratica capita spesso che la società di controllo abbia rilevato come un residente abbia sì versato dei soldi, ma dichiarando metrature inferiori a quelle presenti nei faldoni urbanistici.
Resta inteso, però, che tutti coloro che hanno ricevuto il nuovo bollettino con il presunto debito da saldare, avranno tempo e modo per contestare la richiesta, dimostrando che in realtà è il Catasto a non essere aggiornato.
Differente è il caso di aziende che, producendo materiali di scarto particolari che devono essere affidati a società di smaltimento specializzate, hanno poi “evitato” di versare la Tari, credendo che non fosse a quel punto dovuta. Insomma, tanti casi specifici da approfondire. Anche se la sostanza cambierà poco: l’attività di recupero porterà in cassa una cifra davvero rilevante. Nel frattempo i bustesi dovrebbero avere pagato la «nuova» Irpef, passata dallo 0,4 allo 0,8 per cento a marzo per 38mila dei 60mila contribuenti.
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