L’APPELLO
Troppi mici abbandonati
Il sogno di un gattile in città: i volontari stanno cercando un piccolo cascinale da riadattare

La speranza è che un benefattore privato si faccia avanti, colmando una lacuna storica di Busto Arsizio in fatto di assistenza agli animali, in particolare ai mici.
Non che l’attenzione di tantissime persone sia mai mancata nei confronti dei gatti randagi, sparpagliati in una quindicina di colonie in giro per la città, riforniti come meglio si riesce di cibo, difesi anche quando si alimentano dei contrasti fra alcuni residenti e le cosiddette gattare impegnate nella distribuzione di crocchette. Ma il problema, in questo momento, non è questo se si considera l’universo felino.
Ciò con cui si sta facendo conto da troppo tempo è semmai l’assenza di un gattile vero e proprio, nel quale mettere a rifugio quei micini che purtroppo vengono abbandonati in numero sempre più impressionate.
Da qui l’esigenza di riuscire a trovare uno spazio in cui collocarli e poi sfamarli, senza una forzosa convivenza con la struttura del canile vero e proprio, anche per questioni di norme che non consentirebbero di farlo.
«La nostra speranza - chiariscono da Apar, l’associazione che si occupa degli animali randagi - è che ci sia una persona di buon cuore che, avendo a disposizione un vecchio e piccolo cascinale da qualche parte della città, lo voglia regalare per questa missione. Ci basta anche poco, al resto ci penseremmo noi, abbiamo già un accordo con la polizia locale per seguire al meglio l’iter».
L’idea di Apar era quella di provare a fare qualcosa entro l’estate, ma poi sono emerse numerose complicanze. Da un lato, ovviamente, l’emergenza Coronavirus che ha creato grattacapi diffusi anche in questo settore rimasto sguarnito dai sussidi privati e dall’aiuto di tanti volontari, impossibilitati ad uscire di casa.
Dall’altro, invece, c’è la constatazione che il Comune, per quanto interessato a risolvere la problematica, non sia riuscito a trovare una sua proprietà adeguata all’obiettivo, cioè in un luogo defilato rispetto ai centri urbani e dove ci fosse una piccola struttura già agibile o comunque da mettere a norma con basse spese.
«In municipio si sono impegnati nella ricerca - spiegano dall’associazione - e ci hanno proposto un terreno non distante dal canile. Li ringraziamo, tuttavia si tratterebbe di realizzare un gattile da zero e noi non abbiamo le risorse per farlo. Per questo facciamo un appello a chi magari ha un piccolo cascinale inutilizzato e vuole disfarsene, usandolo a questo scopo».
Di certo l’emergenza mici si è fatta sempre più insidiosa da un paio di anni a questa parte. Chi si occupa gratuitamente di seguire questo settore lo sa bene, tant’è che capita spesso che all’ingresso del centro di via Canale, oppure in qualche cesta o scatola lasciato in giro per Busto, si trovino nidiate di felini che il proprietario non voleva più tenere.
Uno scarico di responsabilità che costringe a un lavoro immane, con squadre di tate che a cicli di quattro ore nutrono con il biberon i mici, notte e giorno, fino alla conclusione del periodo di svezzamento.
E sono proprio questi esemplari ad aver bisogno di una sistemazione adeguata, in cui siano al sicuro e sia facile organizzare il rifornimento di cibo. Così, dopo il dibattito politico dello scorso autunno, adesso Apar rilancia l’appello per cercare di realizzare questo piccolo sogno anche in città.
«Serve una persona sensibile e disponibile a darci una mano - dicono - e noi crediamo davvero che la grande generosità che i bustocchi hanno sempre dimostrato per gli animali, riuscirà ad emergere anche questa volta».
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