A METÀ MATTINA
Ubriaco picchia e insulta i carabinieri
Per fermarlo sono intervenuti sei militari. I cittadini: «Solidali con l’Arma»

In due non sono bastati. Ce ne sono voluti sei, di carabinieri, per riuscire a bloccare un trentenne che sabato mattina, 4 gennaio, ha scompaginato il clima sereno del quartiere San Giuseppe.
Carico di alcolici, l’uomo ha creato problemi dentro un bar di corso Italia e, alla vista dei militari, non si è certo fermato: urla, insulti, botte. Anche quando il numero delle forze dell’ordine è triplicato e pure quando lo hanno trasferito in caserma. Sino a finire arrestato per tanti reati, comprese le lesioni procurate ai carabinieri, tant’è che alcuni di loro hanno concluso l’intervento facendosi medicare.
Tutto ciò in una mattinata di follia che si è consumata nel locale pubblico e poi sul marciapiede esterno, davanti a una piccola folla di curiosi. All’inizio tutti sorpresi e un po’ spaventati, poi rabbiosi.
«Già, perché non può non crescerti la rabbia dentro nel vedere quello che succede e nel verificare che i ragazzi impegnati ogni giorno per la nostra sicurezza, sono costretti a subire minacce, improperi e spintoni da parte di un ubriaco, senza poter reagire», riferisce Mario Cislaghi, storico portavoce del rione della zona ospedale e già assessore ai Servizi sociali nel precedente mandato.
«In quei momenti - segnala Cislaghi - abbiamo assistito a una pazzesca corrida in cui i carabinieri non ricevevano il minimo rispetto da questo individuo che era del tutto fuori di sé. Veniva voglia di aiutarli, ma certo non sta ai cittadini intervenire. Però, come quartiere, ci sentiamo in dovere di esprimere massima solidarietà per questi uomini che svolgono un lavoro faticoso e pericoloso e che non hanno la possibilità quasi di difendersi».
La vicenda del giorno prima, con una ladra rom presa dalla polizia e subito scarcerata, è l’emblema di una situazione che sta sfuggendo al controllo. «Sono storie assurde, di una legge sulla sicurezza che non pare essere per nulla migliorata nonostante i proclami». E così ritorna sulla vicenda accaduta a San Giuseppe: «Non esiste che i carabinieri si siano dovuti mettere in sei, interrompendo gli altri servizi di controllo del territorio, per placare la furia di un uomo, il tutto con la certezza che, se avessero usato le maniere forti, ci sarebbe stato qualcuno pronto a denunciarli».
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