LA PROTESTA
Giudici di pace all’osso, tempi biblici: emergenza infinita
Soltanto un decreto su cinque a buon fine. Avvocati in agitazione a Busto Arsizio

Giudici di pace: è emergenza totale. «Già adesso servono 3 o 4 anni per una causa, figuriamoci con l’aumento delle competenze» è il grido d’allarme lanciato da Eliana Morolli, presidente dell’Ordine degli avvocati di Busto Arsizio. Proprio l’associazione di categoria ha riacceso i riflettori sull’insostenibile situazione dell’ufficio del giudice di Busto, al momento presidiato da appena due giudici in via esclusiva, più un terzo part time tra Busto e Legnano.
TEMA SENTITO
Che il tema sia sentito lo dimostra il pienone registrato dalla sala Tramogge per il convegno organizzato dall’Ordine bustese. Introdotti dagli avvocati Eliana Morolli (presidente), Rossella Gasparini (consigliere) e Davide Toscani (consigliere segretario) i relatori hanno illustrato l’allarmante stato dell’arte. Di cui sono vittime tanto i giudici e i funzionari, quanto i cittadini che si rivolgono alla giustizia per controversie di lieve entità. I numeri parlano da soli: «Nel 2024, a Busto, su 8.596 decreti ingiuntivi depositati, ne sono stati emessi 1.873 - fa sapere l’avvocato Morolli -. A Legnano 201 su 1.054 depositi. E non parliamo di una giustizia minore, visto che dall’ottobre sono aumentate le competenze». Ma come si è creato il caos? «Dobbiamo prendere atto che gli uffici del giudice di pace sono la quinta ruota del carro della giustizia italiana - constata Miro Santangelo, presidente del tribunale di Busto Arsizio -. Le scelte legislative non sono andate nel segno dell’efficienza, e altrettanto si deve dire di quelle relative al trattamento economico: con il nuovo regime, il giudice di pace deve lavorare due giorni alla settimana, con un compenso modesto. Da qui una sfilza di dimissioni».
Tra mole di lavoro e stipendi bassi, c’è sempre il rischio che anche chi arriverà in futuro decida di gettare la spugna. Nel caso specifico di Busto, rimarca il dottor Santangelo «2 giudici e mezzo si ritrovano a dover gestire il quarto ufficio del distretto per carichi di lavoro: è mortificante, una situazione di perenne emergenza». Si spera che da novembre siano operative quattro nuove unità tra Busto e Legnano, ma potranno lavorare solo due giorni alla settimana. Un ginepraio dal quale non sarà così semplice uscire.
VOGLIA DI ASTENSIONE
C’è anche chi, come l’avvocato legnanese Andrea Brumana, propone iniziative clamorose. «È il momento di far uscire la polvere da sotto il tappeto - scandisce il legale -. Dovremmo promuovere un’astensione prolungata dalle udienze del tribunale, così forse qualcuno si attiverebbe per cambiare le cose». Ma il collega Davide Toscani frena: «L’ordine non può proclamare l’astensione. Il nostro compito è di tenere alta l’attenzione, e far sapere ai cittadini che, nella situazione attuale, le sentenze rischiano di slittare al 2035. Andremo avanti a oltranza con delle iniziative che tengano sempre accessi riflettori sulla questione». Andrea Tomasini, presidente del sindacato avvocati di Busto, chiosa con una nota di speranza: «Nonostante tutto voglio essere fiducioso. L’impegno di ciascuno di noi ci porterà a trovare una soluzione pragmatica».
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