Busto: «I volontari ti salvano». Parola di Stefano Binda
Detenuto ingiustamente: «In carcere il dialogo è fondamentale». Serata col cappellano del Beccaria e il rapper Simba la Rue

Facile fare volontariato quando la fascia da aiutare è quella debole, svantaggiata, malata. Buona. La sfida con i pregiudizi e con le occlusioni mentali si gioca quando chi ha bisogno è cattivo. La Valle di Ezechiele Odv si rivolge a chi sa guardare oltre l’apparenza e venerdì sera, 12 gennaio, al teatro Sant’Anna, presenterà il corso di In-formazione per diventare operatore no profit all’interno del carcere.
Perché un detenuto accompagnato nel percorso di reinserimento sociale ha molte più chance di non ricadere negli stessi errori.
Sei incontri, il primo dei quali ospiterà il cappellano del Beccaria don Claudio Burgio che poterà la sua esperienza nel penitenziario minorile, le storie della comunità Kayros e, agenda permettendo, il rapper Simba La Rue.
VITA OLTRE LE SBARRE
«La rete di volontariato negli istituti di pena è fondamentale», premette Stefano Binda, presidente dell’Odv nata con don David Maria Riboldi, sacerdote dell’istituto di via per Cassano dal 2018. Binda, la cui storia di malagiustizia è nota, conosce bene la vita oltre le sbarre, oltretutto da innocente. «I volontari sono gli unici soggetti con cui un detenuto può parlare liberamente di se stesso, di quello che prova, di ciò di cui ha bisogno perché il volontario non è portatore di interesse, non ha alcuna influenza sulla posizione del detenuto quindi lo sfogo è genuino, senza filtri e quindi salutare. Il colloquio con il volontario è centrale nel percorso di reinserimento» ed è con questa convinzione che è nata l’idea del corso.
LE CELLE CHIUSE
«La chiusura delle sezioni, voluta dal dipartimento, può creare qualche disagio. Perché prima di questo provvedimento il detenuto seguiva un percorso: il nuovo giunto rimaneva in una cella chiusa per un periodo di osservazione, poi se il comportamento era buono entrava nella sezione chiusa, poi in quella aperta e alla fine in quella aperta avanzata. Era stimolato a una condotta corretta, aveva un incentivo. Ora c’è il rischio che il dialogo si limiti solo ai compagni di cella e alle figure che entrano per valutare», riflette il presidente Binda.
«Il tema è stato trattato dalla Prealpina, che ha dato la possibilità ai non addetti ai lavori di comprendere il grosso cambiamento in corso. La direzione del carcere di Busto sta infondendo molto impegno per orientare queste modifiche al meglio».
AMICIZIA CON DON DAVID
Stefano Binda è entusiasta del progetto: «In quest’anno trascorso nell’associazione si è radicata e approfondita l’amicizia con don David e con Anna ed è nata una grande amicizia con Valeria, Gabriella e i soci fondatori. È una premessa essenziale per far capire che, consapevole delle mie responsabilità, non sto portando avanti una caccia alla manovalanza per una qualsiasi associazione, per quanto meritevole sia. Ciò che desidero è offrire, a chiunque voglia accettarlo e assumerlo, un legame di amicizia, costruttività e speranza per tutti».
ACCUDIRE I RECLUSI
Il compito del volontario è riassumibile in pochi concetti: accudimento della persona, ascolto e ponte con ciò che di lecito il detenuto abbia all’esterno. Al termine del corso seguirà un colloquio con i responsabili della Valle di Ezechiele per valutare la tipologia di servizio in cui inserirsi.
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