SOLLIEVO
Busto, la fuga d’amore di Kimberly
La ventenne è in Italia, il giallo è risolto

Kimberly ha solo seguito il suo cuore. Sta bene ed è in Italia la ventenne scomparsa lunedì 20 novembre. Si è allontanata volontariamente dalla sua casa di Busto Arsizio, è stata una fuga d’amore. Nessuno degli investigatori lo dice ufficialmente perché il caso è molto delicato, ma è questo il motivo per cui Kimberly Bonvissuto se ne è andata dalla sua abitazione in via Cellini. Qui, fino al 20 novembre, la giovane ha vissuto con la madre Graziana Tuccio e con la sorella minore. E dal portone di via Cellini è uscita verso le 16 del lunedì di otto giorni fa, per poi sparire. Sempre da qui sono partite le indagini del commissariato - coordinate dal pubblico ministero Susanna Molteni - per ritrovarla.
RICERCHE CONCLUSE
La vicenda e le ricerche si sono chiuse ieri mattina, quando il procuratore capo Carlo Nocerino con una nota ha tolto ogni dubbio, qualora ce ne fossero stati. «All’esito delle indagini finora svolte e sulla base degli elementi verificati l’allontanamento di Kimberly è da ritenersi volontario e non causato da intimidazioni o minacce», si legge nella dichiarazione essenziale. «Per quanto constatato, almeno sino a qualche giorno fa, la ragazza è in territorio italiano e in buone condizioni di salute. La famiglia è stata informata di questi attuali sviluppi». Una scelta che dopo giorni di appelli, ha fatto ritrarre i genitori che hanno smesso di parlare pubblicamente. In via Cellini le tapparelle delle finestre e del balcone sono rimaste abbassate. Al campanello nessuno ha più risposto. Evidente il desiderio di silenzio, una volta chiarita la posizione della figlia maggiorenne. Non andrà in onda neppure la registrazione dell’appello alla trasmissione di Rai3 “Chi l’ha visto?”.
ANGOSCIA FINITA
Si chiude una fase di angoscia per la madre e per il padre di Kimberly che vivono due vite separate (lui a Gela) e che in questi giorni si sono riuniti per amore della loro figlia. Erano spaventati dal silenzio, dal telefono spento e dall’ipotesi che avesse incontrato un ragazzo misterioso. C’era l’onda emotiva e la psicosi dell’omicidio di Giulia Cecchettin, ammazzata dall’ex fidanzato Filippo Turetta. I pensieri peggiori e la disperazione avevano scandito le ore dei genitori impegnati in ricerche spasmodiche. Gli stessi investigatori non hanno mai trascurato nessuna ipotesi, proprio per non sottovalutare l’allarme. Da subito la procura ha aperto un fascicolo a modello 45, ossia per fatti non costituenti notizia di reato e questo per consentire alla madre di denunciare la scomparsa della figlia che aveva raccontato una bugia, ossia di essere insieme alla cugina. Ma in realtà voleva solo andare via da casa, per realizzare un sogno d’amore che nel contesto familiare non avrebbe potuto far sbocciare.
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