LA GESTIONE
La piscina, Forus, le irregolarità: patteggiano in tre
Busto Arsizio, caso Manara: pena di 7 mesi e 10 giorni per tre dipendenti della società. Ridimensionate le contestazioni iniziali

A meno di un anno dal blitz dei Nas e della guardia di finanza alla piscina Manara di Busto Arsizio, sono tre gli indagati di frode in pubbliche forniture che hanno deciso di patteggiare. Il pubblico ministero Nadia Calcaterra e l’avvocato Lorenzo Parachini hanno concordato una pena di sette mesi e dieci giorni, da sottoporre ovviamente al vaglio del gip. Sono tre dipendenti della società Forus, ossia la responsabile degli impianti del nord Italia, un istruttore di fitness e il responsabile del centro bustese per i quali le contestazioni iniziali si sono molto ridimensionate. C’era il sospetto che all’epoca della gestione spagnola si falsificassero i livelli di cloro e ph e quindi anche i registri ma la circostanza è stata del tutto esclusa. Ci sono altri due indagati, i manutentori della struttura ma non hanno comunicato alla procura le loro intenzioni processuali.
IL SUSSEGUIRSI DI DISAGI
La società spagnola rilevò gli impianti di via Manara nel 2021 da Sport management. L’estate del 2022 è passata agli annali per il susseguirsi di disagi lamentati dagli utenti. Il punto più fondo della decadenza la Manara lo toccò a ebbraio del 2024, quando una decina di bambini schizzò fuori dalla vasca Baby con gli occhi irritati e l’eritema sulla pelle. Due finirono al pronto soccorso.
L’articolo completo sulla Prealpina di oggi, martedì 15 aprile
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