IL CASO
Busto, sicurezza: «Il sindaco faccia chiarezza»
Gigi Farioli sui servizi di prevenzione affidati a cittadini. Scetticismo sulle scorte dalla stazione alle donne sole

«La ricreazione è finita. Il sindaco faccia chiarezza». Gigi Farioli veste i panni del “preside” sul tema della sicurezza, da qualche settimana al centro del dibattito politico-amministrativo. Il capogruppo di “Popolo, riforme e libertà”, attraverso una nota ufficiale, richiama all’ordine la maggioranza, divisa al proprio interno sull’opportunità di coinvolgere i cittadini privati nelle azioni di prevenzione e contrasto alla microcriminalità: se l’assessore Matteo Sabba (lista Antonelli) valuta positivamente le iniziative dal basso, per Fratelli d’Italia il monopolio della sicurezza deve restare esclusivamente nelle mani delle forze dell’ordine.
«Basta parole, polemiche e confusione: la ricreazione è finita - tuona Farioli -. Sono sinceramente perplesso, ma più ancora preoccupato, per la brutta piega che sta prendendo l’incomprensibile querelle sulle iniziative da assumere per garantire sicurezza ai nostri concittadini».
Per Farioli, «il tema necessita di un approccio serio, evitando interventi a spot, prevalentemente indotti dall’istinto e senza il coordinamento di figure competenti, esperte e istituzionalmente preposte». Parole che suonano come una sostanziale bocciatura del servizio volontario per l’accompagnamento a casa delle donne dalla stazione Nord (onde evitare spiacevoli incontri), proposto dall’ex agente di polizia penitenziaria Massimo Germino e benedetto dall’assessore Sabba (l’iniziativa potrebbe concretamente partire tra un paio di settimane). Ma l’ex sindaco ritiene soprattutto pericolosa la polemica «sui ruoli e sui compiti» che ha contrapposto l’assessore al gruppo consiliare di Fratelli d’Italia. A questo proposito, Farioli rimarca «che il tema della sicurezza è troppo serio per non essere affrontato da tutti con consapevole unità di intenti, ma anche evitando conflitti, polemiche e confusione. Se ai cittadini è possibile non valutare a 360 gradi ciò che determinano parole o atti, chi ricopre un ruolo istituzionale o amministrativo, prima del diritto ha il dovere di agire, rispettando la responsabilità conferita». Da qui l’appello al sindaco Emanuele Antonelli, affinché chiarisca «quale sia la posizione ufficiale dell’amministrazione di Busto».
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