LA CRESCITA DEMOGRAFICA
Il sorpasso grazie agli stranieri
Busto Arsizio quinta città lombardia, circa il 10% dei cittadini proviene dall’estero

I bustocchi hanno inciso davvero poco nell’attuare lo storico sorpasso demografico nei confronti di Como, proiettando la Manchester d’Italia al quinto posto fra le città più popolate di Lombardia.
L’unico “merito” che hanno avuto in questa partita è stato quello di diminuire decisamente meno dei residenti lariani, che sono crollati di colpo di quasi mille unità, scivolando di un gradino in classifica.
ALLA RICERCA DI UN NUOVO MONDO
Se Busto Arsizio l’ha spuntata al conteggio effettuato sulla linea del 31 dicembre scorso da parte dell’Istat, è perché sono stati gli stranieri a sceglierla come nuova casa.
In un anno le presenze “non italiane” sono cresciute di 273 iscrizioni all’anagrafe, issando la quota di presenze estere a un passo dalla fatidica soglia del 10 per cento dell’intera popolazione. Ciò non significa che la città sia diventata una meta speciale per chi arriva da altri paesi, visto che la percentuale registrata a Como (oltre il 14 per cento) e a Varese (poco sopra il 12 per cento) resta comunque più consistente. Significa invece che entro i confini bustesi l’incremento attuale è più sensibile.
NAZIONALITA’ CRESCENTI
Scendendo nel dettaglio sono stati i salvadoregni, ma anche i romeni e gli egiziani a ritoccare verso l’alto la loro comunità in maniera evidente nel corso del 2017.
Una situazione che si genera su numeri comunque piccoli e che quindi resta legata a fenomeni difficili da registrare nei loro effetti concreti sul tessuto sociale.
Semmai si vede molto di più la popolazione che arriva dall’Albania, con 1.205 persone che si sono definitivamente stabilite all’ombra della basilica di San Giovanni. A loro seguono dunque i cittadini sbarcati dalla Romania, che hanno loro stessi superato in graduatoria quelli dell’Ecuador.
Ma attenzione anche ai gruppi del Brasile e della Moldavia che, per la prima volta nella storia cittadina, hanno fatto segnare una presenza a tre cifre. E pure i nigeriani hanno compiuto un balzo in avanti abbastanza evidente: ma qui resta il dubbio che i conteggi fatti al centro profughi di via dei Mille abbiano inciso quel poco che basta per scalare qualche posizione.
LA CINA SI VEDE, LA VECCHIA EUROPA NO
Ormai sono ben oltre cento le comunità rappresentate in città, esiste perfino un apolide (cioè senza nazionalità) che fa il paio con un cittadino australiano.
La vecchia Europa resta invece lontana: nelle abitazioni bustocche si trovano tutte le bandiere continentali, ma non ci sono mai rappresentanze evidenti.
E una nota particolare meritano i cinesi che sembrano aumentare a dismisura, tuttavia il loro numero ufficiale resta circa quello di sempre, ben sotto i 400 individui.
Fatto sta che oggi Busto conta poco più di 8mila stranieri a fronte di un totale che ha superato la soglia degli 83mila residenti.
Rispetto alla media non è un dato particolarmente significativo, se non fosse per il fatto che ha inciso su un sorpasso capace di raccogliere un certo clamore e di rilanciare antiche ambizioni di Provincia.
Ciò che forse ha più senso analizzare è l’età media di questi nuovi abitanti, decisamente bassa, quindi orientante verso un progressivo aumento. Il tutto da aggiungere al fatto che, al di là dei disagi sui servizi, la città è andata a beneficiare di tante linee di collegamento verso Milano e altri punti strategici del territorio. Ed è un aspetto fondamentale quando a dover scegliere il luogo in cui abitare sono persone che hanno necessità di spostarsi per trovare lavoro e tenere contatti.
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