LUOGO STORICO
Il Caffé Teatro, i 40 anni di risate, i ricordi di De Luigi
Samarate: l’attore e il direttore artistico Maurizio Castiglioni raccontano i quattro decenni del locale da cui sono decollati numerosi cabarettisti e comici di successo
Una storia lunga quarant’anni. Per ora. «Perché che cosa ci sia da raccontare ancora non lo so. Ma lo faremo con alcuni amici che tornano qui». Lo assicura Maurizio Castiglioni, da quarant’anni, appunto, “anima” del Caffè Teatro di Verghera di Samarate, luogo storico della comicità e del cabaret italiano, dal quale sono passati tutti i grandi nomi di questo settore dello spettacolo, da Ale e Franz ad Aldo, Giovanni e Giacomo, da Claudio Bisio a Luciana Littizzetto, da Natalino Balasso, che per primo qui attivò a metà degli Anni Ottanta i famosi laboratori ai quali si sono nutriti e nei quali sono nati e cresciuti nomi che oggi sono tra i più amati e riconosciuti a livello nazionale e non solo.
APPUNTAMENTO CON DE LUIGI
Tra questi, Fabio De Luigi, che domani, mercoledì 5 novembre, dalle 22 (con possibilità di cena o apericena dalle 19.30) si racconta insieme proprio a Castiglioni, quarant’anni da direttore artistico al Caffè Teatro. Partendo da quei primi passi mossi su quel palco. A moderare l’incontro fatto di aneddoti e di ricordi, Diego Pisati, giornalista della Prealpina. Una serata fatta di racconti in viva voce e di video che ripercorrono tanti “primi passi”: da Natalino Balasso, ad Aldo, Giovanni e Giacomo, dei quali alcune battute rese poi celebri sono nate proprio qui, da Giacobazzi a Virginia Raffaele, da Antonio Albanese con il debutto del suo spettacolo Uomo a Luciana Littizzetto che al Caffè Teatro provava il suo allora nuovo personaggio di Minchia Sabbry, al Capodanno 1986 con Claudio Bisio e Silvio Orlando a Valter Valdi e Franco Visentin che, sottolinea ancora Castiglioni, «hanno il record di bis nella storia del Caffè Teatro: sette in una sera, con la gente che non voleva lasciarli andare via», a in tempi più recenti, Max Angioni.
I RICORDI DI CASTIGLIONI
Nei prossimi mesi altri comici seguiranno questa “via del ritorno” ripercorrendo la loro storia partita dal Caffè Teatro come domani farà Fabio De Luigi, ma intanto per Maurizio Castiglioni è un’emozione ricordare tanti aneddoti. «Un grande ricordo – ammette – è stato quello di essere riuscito a fare qui il Vajont di Marco Paolini». E mentre ripercorre momenti che formano il cammino di questi primi quarant’anni, un ruolo importante Castiglioni lo assegna anche non a un personaggio dello spettacolo, ma ad «Alessandro Romani, che era il mio socio cuoco e che ha sfamato tutto il cabaret italiano, “viziandoli” tutti. La cosa bella era l’alchimia tra la gestione, il pubblico e i comici: eravamo tutti coetanei, giovani. C’era un grandissimo movimento di comici che utilizzava quel palco come palestra: qui mettevano giù il materiale per le loro serate, si davano consigli. E c’era anche voglia da parte della gente di ascoltare quelle cose». E con quel ricordo del grande Gianni Caiaffa che, «con la febbre salì sul palco per scusarsi di persona con il pubblico per non poter fare la serata. E invece andò avanti a parlare per un’ora e mezza». Una grande storia da raccontare. In un luogo che a volte ha fatto anche da Cupido. Per chi, si potrà forse scoprire in una delle prossime serate.
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