CORSA AL COLLE
Candiani contro «i compagni»
Il senatore Candiani (Lega) risponde ad Alfieri (Pd) che aveva bocciato la candidatura di Berlusconi definendola «non condivisa». «Loro dividono, non il Cav»

Il senatore varesino Alessandro Alfieri (Pd) ha detto chiaro e tondo che, finché c’è Silvio Berlusconi in campo, sono precluse tutte le trattative per arrivare a «una soluzione condivisa» per la presidenza della Repubblica. Il difetto del Cavaliere, secondo il centrosinistra, è di essere «una figura divisiva».
Netta e schietta la replica che arriva da Stefano Candiani, senatore tradatese della Lega, alla sua terza esperienza come grande elettore: «Sono i compagni che dividono. Si mettono su un piedistallo e, con sicumera, decidono chi può sedersi al tavolo e chi no. Sono loro che dividono il Paese. È il loro modo di ragionare che non va bene. In democrazia vince chi ha i numeri. E basta». Ecco, i numeri. Qui sta il problema.
Candiani fa «un bagno di realismo» e sottolinea che, con le assenze per Covid e isolamenti vari, «si farà molta fatica a ottenere il quorum», non solo quello qualificato dei 2/3 ma pure la maggioranza semplice fissata a 505 voti. Il centrodestra, sulla carta, ha più possibilità del centrosinistra, ma non arriva alla cifra indicata. Quindi sarà battaglia.
E potrebbe spuntarla una figura intermedia, così come indicato dal lìder maximo della Lega Umberto Bossi una decina di giorni fa: Pier Ferdinando Casini. Lui, da 38 anni in Parlamento, potrebbe essere il punto di caduta se non viene trovato un candidato condiviso. Stefano Candiani è d’accordo con questa lettura mentre boccia l’ipotesi di un Sergio Mattarella bis: «Sarebbe una sconfitta della politica, restituendo un’immagine molto fragile del Paese. Una sorta di dichiarazione d’impotenza». Più quotata, secondo lui, è l’opzione Mario Draghi purché venga garantita «la tenuta del governo», magari con Giancarlo Giorgetti premier.
Ma è presto per tirare conclusioni, tanto che lo stesso senatore leghista si concede una battuta: «Ho compiuto cinquant’anni a dicembre. Posso essere eletto anche io».
Mentre si agitano i fantasmi per la nomina del presidente, tra l’altro, si combatte la battaglia per i fondi del Pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza). Su questo capitolo Candiani è in prima linea con una mozione che verrà portata in votazione appena i lavori torneranno normali dopo l’elezione del capo dello Stato ma già è stato trovato l’accordo di massima con il ministro Luciana Lamorgese per riallineare i fondi da assegnare al Nord rispetto al Sud: «Sui prossimi bandi - assicura Candiani - saranno cambiati i criteri d’assegnazione e i progetti validi saranno finanziati». Perché l’Italia ha tanto bisogno di ripartire.
Intanto sono stati votati dal Consiglio regionale della Lombardia, i tre delegati per l’elezione del Presidente della Repubblica.
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