SENTENZA ROVESCIATA
Cantalupo: esplosione e morte. Nessun colpevole
In Appello azzerate le condanne per lo scoppio del gas a Cerro Maggiore che causò il crollo parziale di una palazzina e il decesso di una donna

Condanne azzerate nel filone in abbreviato del processo per l’esplosione di una tubatura del gas metano avvenuta l’11 di novembre di otto anni fa nella frazione di Cerro Maggiore di Cantalupo. L’incidente causò il parziale crollo di una palazzina in via Risorgimento e costò la vita di una condomina, Virginia Bollati.
In riforma della sentenza dell’ormai ex gup del Tribunale di Busto Arsizio Nicoletta Guerrero, i giudici della quinta Corte d’Appello di Milano hanno deciso di cancellare le tre condanne a un anno e due mesi (con la sospensione condizionale della pena) per omicidio colposo e di lesioni colpose (relative a un operaio di Italgas Reti che stava lavorando sul cantiere e di un passante) a carico di due operai e del responsabile di sicurezza di cantiere all’epoca dipendenti della Semit, la ditta cui erano stati affidati in subappalto i lavori per la posa della fibra ottica.
In primo grado, era stato individuato un nesso causale tra la condotta dei tre imputati (responsabili tanto della rottura della conduttura del gas provocata da un errore durante gli scavi per la posa dei cavi per la rete ultraveloce quanto della mancata segnalazione del problema) e il successivo disastro. Correlazione che la Corte d’Appello deve avere necessariamente escluso, in quanto li ha prosciolti con la formula «perché il fatto non sussiste».
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