POLIZIA CANTONALE
Meno prostitute in Ticino
Ma le italiane in percentuale sono sempre di più: oggi rappresentano il 26% del totale

Il lockdown e la frontiera chiusa fra Italia e Svizzera hanno spento anche i bollori del fenomeno della prostituzione in Canton Ticino. In sintesi: meno clienti e, quindi, meno prostitute, come rivela la Polizia cantonale. Percentualmente, però, si registra il costante aumento, nel corso degli anni, delle prostitute italiane. Se nel 2015, infatti, le professioniste del sesso “tricolori” operanti in Canton Ticino erano pari al 17% del totale, nel 2017 erano salite al 20%, mentre ora si attestano al 26%. Davanti alle italiane si piazza soltanto la nazionalità rumena, pari al 63%.
Complessivamente le nuove persone che si sono annunciate alla Polizia cantonale per esercitare sono state 238 (-21 rispetto al 2019), mentre sono stati autorizzati 11 locali erotici e sono stati notificati 21 appartamenti all’interno dei quali è consentito l’esercizio della prostituzione. «Le presenze di prostitute nei locali erotici - commentano dalla Polizia cantonale - è andata diminuendo con il protrarsi dell’emergenza pandemica, fino a raggiungere le 74 persone presenti nel mese di dicembre». Solo a giugno dell’anno scorso le luci rosse si sono riaccese temporaneamente.
Un dato decisamente positivo emerge su un altro fronte seguito dal corpo di polizia ticinese: dopo l’importante diminuzione già osservata nel 2018, anche il 2020 ha registrato il crollo delle rapine. Se nel primo caso era attribuibile all’efficacia delle misure intraprese per contrastare il fenomeno, nel secondo l’andamento positivo è verosimilmente legato alle limitazioni di movimento delle persone, dovute all’emergenza sanitaria. Nel corso dell’anno scorso, infatti, si sono contate 23 rapine (erano 34 nel 2019): nessun episodio ha coinvolto banche o uffici postali, mentre i distributori rapinati sono stati 3, la metà rispetto all’anno precedente.
Insomma, la zona di frontiera fra Varesotto e Ticino, solitamente teatro degli assalti alle pompe di benzina, è stata decisamente più tranquilla. Tant’è vero che la regione più colpita dalle rapine è stata il Luganese, mentre il Mendrisiotto è stato quasi del tutto risparmiato, con un solo caso.
«Le indagini su eventi degli anni scorsi - precisano i poliziotti ticinesi - hanno avuto importanti risvolti e le collaborazioni internazionali, in gran parte con l’Italia, hanno permesso di risolvere e identificare autori fino ad allora sconosciuti. Il risultato più importante è legato alla risoluzione della rapina a un furgone portavalori, con presa d’ostaggio del conducente, avvenuta a Molinazzo di Monteggio nell’estate 2019»: il mezzo venne poi ritrovato ad Arcisate.
La pandemia ha influito anche sul traffico di migranti: «Le limitazioni al movimento delle persone hanno spostato l’attività dei passatori di persone sulla rotta balcanica», precisano dalla Polizia cantonale, eppure, «grazie all’azione delle Guardie di confine, sono stati denunciati 20 passatori, sospettati d’aver favorito l’ingresso illegale in Ticino di clandestini, diretti verso nazioni differenti dalla Svizzera».
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