NAPOLI
Cardinale Napoli, stop appalti senza scrupoli e lavoro nero

(ANSA) - NAPOLI, 31 LUG - "Basta alle parole che coprono!
Basta agli appalti senza scrupoli! Basta alla piaga devastante
del lavoro nero!". Lo dice il cardinale di Napoli, Domenico
Battaglia, in un messaggio in occasione dei funerali dei tre
operai di Napoli, per il crollo del montacarichi mentre stavano
effettuando la manutenzione di un palazzo.
"Non possiamo accettare che la morte sul lavoro diventi notizia
da dimenticare. Non è stato il destino. È stata l'assenza delle
regole. È stata la mancanza di sicurezza e di controllo, la
superficialità di chi doveva proteggere. È stato il silenzio di
chi sa e non interviene, è stata la fretta che mette il profitto
sopra la vita, è stato un sistema che ancora oggi, nel 2025,
espone al morire chi lavora per vivere".
Tra oggi e domani i funerali delle tre vittime del crollo di
Napoli. In mattinata a Calvizzano, nella chiesa di San Giacomo,
la cerimonia funebre di Ciro Pierro, di 62 anni. A
Secondigliano, invece, l'ultimo saluto a Luigi Romano, 67 anni,
di Arzano, nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano. Per Vincenzo
Del Grosso, 54 anni, esequie a Forcella nella giornata di
domani. "Oggi - sottolinea il cardinale Battaglia - il nostro
cuore, il cuore della nostra Chiesa napoletana è attraversato da
un dolore profondo per la morte di Vincenzo, Ciro, e Luigi. Tre
uomini, tre lavoratori, tre storie spezzate mentre con dignità
guadagnavano il pane per vivere. Erano in un cantiere, su un
mezzo di sollevamento ma in un attimo è crollato tutto: il
cestello, il giorno, i sogni, le promesse. È crollato, ancora
una volta, quel patto sacro che dovrebbe tenere insieme lavoro e
sicurezza, fatica e dignità. Per questo non possiamo tacere. Non
possiamo far finta che si tratti solo di una tragica fatalità".
Secondo il cardinale "questi nostri fratelli non sono morti per
un caso. Sono stati uccisi da un'ingiustizia che ha nomi e
responsabilità. E la Chiesa di Napoli, che prega per le vittime
ed esprime alle famiglie e agli amici di Vincenzo, Ciro e Luigi
tutta la sua vicinanza, sente anche il dovere di gridarlo. Il
lavoro deve possibilità di vita e non rischio di morte. Deve
promuovere la dignità, non mettere in pericolo. Chi lavora ha
diritto a tornare. A tornare la sera, a tavola, con le mani
sporche ma il cuore salvo. A tornare a stringere i figli, a
salutare gli amici, a dire "ci vediamo domani". Ecco perché oggi
il nostro lutto non può essere solo commozione. Deve diventare
impegno. Deve diventare voce. Deve farsi lotta per una giustizia
sociale che non sia parola astratta, ma carne viva di regole
rispettate, controlli veri, dignità tutelata". (ANSA).
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