SVOLTA NELLE INDAGINI
Omicidio Carol, «l’ho uccisa e non ho capito più nulla»
In carcere un bancario di 43 anni. Il cadavere tenuto nel congelatore

Era originaria di Sesto Calende, aveva studiato a Busto Arsizio, dove si era diplomata nel 2015, e viveva a Rescaldina, la donna uccisa e fatta a pezzi a Borno nel bresciano una settimana fa. Si tratta di Carol Maltesi, 25 anni, in arte Charlotte Angie, attrice nota nel mondo dell’hard.
Il movente
Nel corso della sua confessione Davide Fontana ha detto di aver ucciso la venticinquenne Carol Maltesi durante un gioco erotico e di averla colpita con un martello. «Poi non ho più capito nulla» ha aggiunto nelle oltre tre ore di interrogatorio sostenuto nella notte nella caserma dei carabinieri di Brescia prima di essere condotto in carcere. L'uomo ha anche aggiunto di aver comprato un congelatore apposta per nascondere i resti della donna. Congelatore che ha installato nell’abitazione della vittima.
La confessione
È stato arrestato nella notte tra lunedì 28 e martedì 29 marzo, il presunto assassino: si tratta di Davide Fontana, 43 anni, amico e vicino di casa (stesso pianerottolo) della vittima. Ha confessato l’omicidio durante un interrogatorio ai carabinieri. L’uomo, nelle oltre tre ore di interrogatorio nella caserma dei carabinieri di Brescia, ha raccontato che nessuno in questi mesi ha cercato Charlotte Angie, che lui aveva ucciso a gennaio. «Solo la mamma con alcuni messaggi whatsapp e l’ex compagno sempre con messaggi. Al telefono nessuno» ha detto il 43enne, impiegato di banca, che ieri sera alle 22.39 è entrato nella caserma dei carabinieri da uomo libero e ne è uscito da fermato finendo in carcere. Ha confessato l’omicidio, la distruzione del cadavere e l'occultamento, prima dell’arrivo del suo legale.
In mattinata l’uomo si era presentato spontaneamente dai carabinieri nel milanese per denunciare la scomparsa dell’attrice hard 25enne insieme ad un’amica. Secondo gli investigatori il suo racconto era pieno di incongruenze e quindi in serata è stato riconvocato a Brescia dove poi ha confessato omicidio.
Ha usato telefono della vittima
Da gennaio ad oggi, il presunto assassino ha utilizzato il telefono della vittima. «Ho pagato anche l’affitto di casa sua» ha detto al pm Lorena Ghibaudo durante l’interrogatorio.
L’omicidio della donna sarebbe avvenuto, secondo la confessione dell’uomo, a gennaio scorso. Dalle indagini dei carabinieri era emerso che lo scorso 20 marzo l’auto intestata a Carol Maltesi era transitata, proprio in territorio di Borno, condotta da un uomo. Poi, ieri, lunedì, l’uomo, amico e vicino di casa della vittima, si era presentato ai carabinieri per fornire informazioni sulla donna scomparsa, «offrendo circostanze che subito si rivelavano contraddette dalle emergenze investigative fino a quel momento acquisite», spiega chi indaga.
Il magistrato e i carabinieri, che nel frattempo avevano raccolto elementi che collocavano l’uomo in territorio di Borno la mattina di domenica 20, lo hanno sottoposto ad una serie di contestazioni, anche in sede di formale interrogatorio, nel corso della notte alla presenza del difensore.
Il cadavere nel congelatore
L’uomo alla fine ha deciso di confessare l’omicidio e l’occultamento del cadavere avvenuto a gennaio 2022, prima riponendolo in un congelatore nella casa della stessa vittima e poi, una volta fatto a pezzi, gettandolo nel dirupo di montagna.
E’ accusato di omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere.
L’omicidio e la distruzione del cadavere è avvenuto a Rescaldina mentre solo l’occultamento è avvenuto a Brescia.
Sigilli alla casa
Nella cascina di Rescaldina, dove abitavano Carol Maltesi e il vicino Davide Fontana, la giovane, sono arrivati questa mattina, martedì 29 marzo, i carabinieri di Breno (Brescia) che hanno posto i sigilli agli appartamenti di entrambi e alla macchina di lui parcheggiata nel cortile mentre quella di lei, che Fontana ha usato per trasportarne il cadavere fatto a pezzi, è in una via limitrofa. La cascina si trova quasi nel centro del paese dell’hinterland milanese. Molti appartamenti sono vuoti, ci sono angoli semi abbandonati che sembrano adibiti a discarica
«Bellissima e fragile»
«Una ragazza bellissima, fragile e sensibile che soffriva molto per la lontananza dal figlio»: così Sefora, che era la sua estetista, parla di Carol Maltesi.
«Mi diceva che il suo sogno era andare a vivere in Olanda, ad Amsterdam, dove c’era suo padre insieme al figlio» racconta la giovane entrando nella cascina di Rescaldina dove viveva Carol. «Ogni tanto veniva da me a fare trattamenti estetici, l’ultima volta - ricorda - credo di averla vista prima di Natale, ma non mi sono preoccupata perché so che girava molto per fare shooting fotografici, sapevo che era sempre in giro».
«Non eravamo molto in confidenza, ma mi faceva tanta tenerezza: era molto fragile, lavorava molto con il suo aspetto fisico ma si vedeva che - sottolinea - era una persona molto sensibile che soffriva per il distacco dal figlio. Mi aveva detto che abitava in Veneto con il padre, non so perché non potesse tenerlo con sè. Forse perché lavorava molto». Carol infatti era anche commessa in un negozio di abbigliamento della zona.
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