PAROLA AI LEGALI
Cartelle esattoriali, Metro contro il Comune

Ha dell’incredibile quanto tempo stia durando il braccio di ferro fra il Comune e il centro commerciale Metro Italia Cash And Carry: una battaglia a colpi di carte bollate che non accenna a finire, incentrata sull’incasso della tassa rifiuti di anni arretrati che il municipio richiede all’azienda.
Non che Metro non abbia pagato come invece accade in molti altri casi, anzi, ha versato il dovuto nei tempi giusti. All’origine del tutto c’è una diversa interpretazione della normativa: secondo la società è inapplicabile la tassa sulle aree esterne operative, in quanto definite solo pertinenziali e quindi esenti; insomma, non sarebbe giusto conteggiarle per il calcolo delle metrature perché non fanno parte dell’attività di vendita vera e propria.
Secondo il Comune, invece, le aree di sosta e gli spazi di logistica sono da considerarsi operativi a tutti gli effetti: è quanto più volte dichiarato nelle sue controdeduzioni ai ricorsi. Fatto sta che Metro continua a presentare ricorsi e il Comune a difendere la sua posizione, spendendo entrambi migliaia di euro in costi legali per ottenere il verdetto che ritengono corretto. Un confronto ovviamente comprensibile: le cifre in ballo non sono noccioline.
L’ultima a pronunciarsi sulla vicenda è stata per ora la Commissione Tributaria di Varese, deputata a risolvere questo genere di controversie, la quale ha dato ragione al Comune in merito al ricorso sull’avviso di accertamento Tares e Tari emesso per il periodo 2013-2017, per un importo di 67.254 euro; la municipalità, tuttavia, ha dovuto incaricare un avvocato (spendendo altri 7mila euro) perché la società ha presentato appello al Consiglio tributario regionale. Due gli altri ricorsi pendenti, per cui si è in attesa di sentenza: uno in Cassazione per 102.116 euro, relativi al periodo 2006-2010; un altro al Consiglio tributario regionale per 43.597 euro per il biennio 2011-12)
Vista l’entità delle somme, l’amministrazione si è costituita più volte in giudizio per resistere alle istanze «in legittimità delle proprie pretese fiscali e in considerazione dell’importo elevato», è scritto nelle delibere di giunta approvate su questo spinoso argomento. Ci sono casi di altre ditte che la pensano come Metro Italia Cash And Carry: anche loro si difendono sostenendo che nel conteggio della tassa rifiuti sarebbero stati applicati esattamente i parametri di legge, senza errori e assolutamente senza la volontà di evadere.
Certo la questione va chiarita al più presto.
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