COVID-19
Casorate, focolaio al Faggio Rosso
La direttrice Tiziana Frigerio: «Non abbiamo avuto i vaccini fino al 28 aprile». Un morto e alcuni ricoveri

Un inspiegabile ritardo nella somministrazione dei vaccini che avrebbe potuto evitare il focolaio che non cessa all’interno del Faggio Rosso di Casorate Sempione.
Come spiega la direttrice dell’alloggio protetto per anziani, Tiziana Frigerio, la fase più critica pare alle spalle ma i quesiti sul trattamento ricevuto restano. «Siamo consapevoli di non essere una Rsa (residenza sanitaria assistenziale) ma al di là delle sigle abbiamo ovviamente una forte presenza di casi di fragilità, parliamo di ospiti che vanno dalla fascia d’età degli over 70 a qualche centenario».
Senza intenzione di polemizzare con Ats Frigerio ricostruisce però l’odissea che ha vissuto la casa di riposo casoratese. «Tutto nasce in una struttura che proprio per evitare i contagi è chiusa all’esterno da gennaio 2020. Dall’inizio dell’anno seguente abbiamo fatto tutto quanto in nostro potere per far vaccinare i 37 ospiti che avevamo. Nonostante le numerose lettere e la presenza di persone anziane da tutelare non abbiamo avuto la disponibilità per una vaccinazione fino al 28 aprile».
Proprio in prossimità di quella data alcuni sintomi si manifestano tra gli ospiti del Faggio Rosso, da qui la scelta di effettuare dei tamponi rapidi per avere la conferma dei timori: il Covid è entrato all’interno della struttura.
Impossibile tracciare la causa scatenante, con tutto il personale della struttura già vaccinato i dubbi sono relativi alla possibilità che qualche ospite possa aver contratto il virus a seguito di qualche esame medico effettuato all’esterno della struttura. Lo sconforto di tutto il personale dell’alloggio per anziani cresce con il dilagare del Covid all’interno di mura che erano state protette nel migliore dei modi.
Come spiega Frigerio: «Ad oggi contiamo un decesso e alcuni ricoveri. La cosa che non riusciamo a comprendere è il perché di questo ritardo, una pronta somministrazione avrebbe potuto evitare questa catastrofe. La cosa che ci tranquillizza un minimo è che abbiamo forse superato la fase più critica del focolaio. Ora siamo avviati verso la risoluzione anche grazie all’appoggio di Ats».
Resta il duro colpo incassato dal Faggio Rosso che non ha visto però minata la propria credibilità all’interno delle tante famiglie che si rivolgono alla struttura per affidare i propri cari. «Tutti i parenti dei nostri ospiti - chiosa la direttrice - sono stati avvisati dell’iter che abbiamo portato avanti e della nostra ricerca di vaccini azionata per tempo. Ad oggi non ci imputano, almeno così mi è dato pensare non avendo ricevuto critiche, alcuna colpa. Credo abbiano capito la nostra versione e l’impegno che abbiamo messo in questi difficilissimi mesi si convivenza con la pandemia».
Ora sono una ventina le persone di cui il personale può prendersi cura, il peggio pare passato, i dubbi su quanto si sarebbe potuto evitare con qualche risposta più celere riguardo le vaccinazioni restano.
© Riproduzione Riservata