L’INCHIESTA
Truffa Covid, il sindaco Poliseno dal giudice
Processo a giugno anche per i vertici della società Sieco. Ai coimputati contestati reati di turbativa d’asta, peculato e false fatturazioni. Parti offese Inps ed Entrate

Truffa ai danni dello Stato: con questa accusa il sindaco Nicola Poliseno a giugno comparirà davanti al gup Tiziana Landoni con altri sei imputati che rispondono a vario titolo di reati contro la pubblica amministrazione. Il pubblico ministero Nadia Calcaterra ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio a ridosso di Natale e ieri, martedì 28 dicembre, è arrivata la fissazione della data.
Oltre al primo cittadino - che è difeso dall’avvocato Federico Papa e a cui viene contestata l’indebita domanda di cassa integrazione Covid per la dipendente del suo studio che ha comunque lavorato - dal giudice andranno il responsabile amministrativo di fatto della Sieco Antonio Giso per turbativa d’asta in concorso con l’imprenditore Roberto Carluschi, che produce sacchetti per la spazzatura. Giso (difeso dall’avvocato Christian Bossi) avrebbe riferito a Carluschi (assistito dal legale Barbara Ballarati) il contenuto dell’offerta economica presentata da un’azienda concorrente, così da sbaragliare con un prezzo inferiore e aggiudicarsi la commessa. Il fatto risale al 21 febbraio dell’anno scorso.
Seguono Antonio Frascella, amministratore unico della Sieco, e Giuseppe Filoni, legale rappresentante di una cooperativa, accusati di corruzione: Frascella - senza contratti scritti o procedure a evidenza pubblica - avrebbe affidato alla Effecinque il servizio di montaggio e smontaggio dei tabelloni elettorali di Castellanza durante la campagna del 2018 (per un importo di 39mila euro).
Dal canto suo Filoni avrebbe subappaltato i lavori di posa a un’altra attività di cui Frascella era amministratore e socio. Per sette anni - dal 2012 al 2017 - Frascella e Filoni (difesi dagli avvocati Roberto Craveia e Lara Paladino) avrebbero inoltre pilotato il procedimento amministrativo che determinava il contenuto dell’affidamento da parte di Sieco dei servizi di gestione dei centri comunali di raccolta rifiuti, di spazzamento stradale e di svuotamento cestini.
Frascella andrà davanti al giudice Tiziana Landoni anche per evasione fiscale, perfezionata attraverso fatture emesse allo studio tecnico di Gianluca Quartesan per prestazioni inesistenti. Ma anche per peculato, ossia l’appropriazione e l’uso personale di quattro smartphone della Sieco, di cui uno regalato a un amico consigliere regionale.
Quartesan - che è assistito dall’avvocato Carlo Alberto Cova - dal canto suo dovrà vedersela con i fittizi elementi passivi indicati nelle dichiarazioni dei redditi, ossia i quasi 6mila euro della fattura di Frascella. Il libero professionista avrebbe inoltre agevolato l’evasione delle imposte alla società di Mauro Moranzoni con una fattura emessa per una consulenza sulla realizzazione di immobili a Varese in via de Prati, consulenza che secondo gli inquirenti non sarebbe mai stata svolta. E Moranzoni, difeso dall’avvocato Teresa Rosalia, è finito nei guai per la stessa ragione.
Le parti offese identificate dal pubblico ministero Nadia Calcaterra al termine dell’indagine cassanese sono il direttore pro tempore dell’Agenzia delle entrate di Varese e di quello della direzione provinciale dell’Inps.
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