MOTOMONDIALE
«Fenati mai in MV Agusta»
Il presidente Giovanni Castiglioni: «Stop al contratto. Andrebbe radiato»

Ovunque si gareggi negli sport del motore, c’è un monito divenuto per tutti parola d’ordine, scritto ovunque: “Motorsport is dangerous!”. E se ai rischi imponderabili della contesa agonistica aggiungiamo gli atti antisportivi in pista allora il corto circuito è assicurato.
È ciò che è accaduto a Imola domenica, nel Gran Premio di San Marino, in Moto2: hanno fatto il giro del mondo le immagini di Romano Fenati (team Marinelli Sniper) che, dopo contatti non proibiti con Stefano Manzi (team Forward), ha compiuto un gesto inqualificabile che gli segnerà la carriera: da brividi la scena dell’ascolano che affianca il rivale, “pinzando” con la forza di 15-20 bar il freno anteriore della moto di Manzi, il pilota con cui avrebbe corso in Moto2 nel 2019, nel ritorno al circus Mondiale di MV Agusta, grazie al team Forward.
Il mondo intero - quello sportivo, i praticanti del motociclismo, le aziende legate al pilota marchigiano e i media - in coro hanno deplorato l’accaduto prendendo le distanze da Fenati. La Federazione lo ha squalificato per due Gp (Spagna e Thailandia), il suo team Marinelli gli ha tolto la moto e MV Agusta e il team Forward hanno rescisso un contratto fresco di stampa e di firma.
Prima sui social, poi con un comunicato ufficiale e a voce, il presidente MV Giovanni Castiglioni è stato perentorio. «Questo è il gesto peggiore e più triste che io abbia mai visto in una gara di moto. I veri sportivi non si comportano così. Se fossi nei panni della Dorna (organizzatori del Mondiale), lo radierei a vita. Per quanto riguarda il suo contratto 2019 come pilota MV Agusta, sono certo non possa salire su una nostra moto: non rappresenta i valori della nostra azienda».
Inutili, sono giunte le scuse di Fenati: «Ho compiuto un gesto orribile, non sono un uomo». Per lui è il momento più buio di una carriera iniziata nel 2014-2015 a suon di vittorie in Moto3, ben quattro in sei mesi, nel team Sky-VR46 diretto da Valentino Rossi e poi lasciato a piedi nell’estate 2016 per gravi intemperanze con i vertici della squadra. Considerato in fretta, per talento, l’erede di Rossi, si è reso protagonista di alti e bassi, sportivi e umani. Il più folle quello che avrebbe potuto costare la vita a Manzi.
A chiudere la porta a Fenati, il manager che stava compiendo a suo favore un “cammino salvifico”, dopo tante critiche all’ascolano. «Romano ha perso la testa nel modo peggiore - ha dichiarato Gianni Cuzari, team Forward -. Amareggiati, dobbiamo annullare ogni progetto con lui. Il nostro sport è di per sé già pericoloso e ogni gesto che aumenta il rischio per i piloti non è tollerabile».
Tra le ipotesi più credibili per pilotare MV Agusta 2019 prende corpo la candidatura di Stefano Manzi, affiancato ad un pilota d’esperienza: è Mattia Pasini, 33enne riminese, 16 stagioni e 12 gare vinte nel motomondiale: l’ultima sei mesi fa nel Gp d’ Argentina.
© Riproduzione Riservata