INTERROGATORIO
Castiglioni, un'ora dal gip
L'imprenditore varesino e il figlio Davide, ai domiciliari per frode fiscale, hanno risposto al giudice Battarino, che ora invierà tutti i documenti al collega di Spoleto titolare dell'inchiesta
Oltre due ore d’interrogatori nel Tribunale di Varese. L’imprenditore varesino Gianfranco Castiglioni, agli arresti domiciliari da venerdì 13 per una maxi frode fiscale, ha risposto alle domande del gip Giuseppe Battarino. E il figlio Davide, anche lui ai domiciliari, ha fatto altrettanto. Mentre si è avvalsa della facoltà di non rispondere il manager Marina Elisa Affri. Al termine bocche assolutamente cucite. Evidentemente i Castiglioni hanno cercato di dimostrare che nessun illecito sarebbe stato commesso tra il 2008 e il 2012 in relazione alla gestione di due società spoletine, la Isotta Fraschini e la Industrie Metallurgiche Spoleto, da circa un anno in concordato preventivo. Ma il silenzio seguito ai cosiddetti interrogatori di garanzia, effettuati dal gip varesino per rogatoria (a procedere è la magistratura di Spoleto) segnala forse una difficoltà nel rispondere ad accuse circostanziate e molto pesanti: basti dire che la Procura umbra quantifica in oltre 63 milioni di euro il profitto della presunta frode fiscale. In ogni caso nell’immediato non dovrebbe succedere nulla: Gianfranco e Davide Castiglioni, Marina Elisa Affri e un altro manager, Massimo Santoro (arrestato in provincia di Savona) sono ai domiciliari in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare chiesa dal pm di Spoleto Mara Pucci e confezionata dal gip di quel Tribunale Daniela Caramico D’Auria, che ha anche disposto il sequetro di ville, appartamenti, Ferrari e Lamborghini di proprietà degli imprenditori. Venerdì 20, quindi, il gip di Varese ha interrogato Gianfranco e il figlio Davide e ha raccolto le loro dichiarazioni per inviarle poi al Tribunale di Spoleto. E la stessa cosa ha fatto per tutta una serie di documenti che gli sono stati consegnati dagli avvocati difensori e per alcune loro istanze (di modifica della misura di custodia cautelare e di dissequestro, si può ipotizzare). Ma a prendere qualsiasi decisione, nei prossimi giorni, sarà solo il gip umbro. L’interrogatorio di Gianfranco Castiglioni - in camicia bianca e calzoni grigi - si è svolto al primo piano del Tribunale, è durato circa un’ora e ha subìto diverse interruzioni. L’imprenditore è arrivato dalla sua grande villa di Masnago - 36 stanze sotto sequestro - senza la scorta delle forze dell’ordine (per lui vale comunque un divieto assoluto di comunicare con il mondo esterno). E allo stesso modo è tornato agli arresti domiciliari, sempre accompagnato dai suoi legali. Nel palazzo perfettamente riuscito il dribbling ai giornalisti in attesa fuori dall’aula, grazie a un’uscita secondaria. Un po’ meno quello ai fotografi appostati all’esterno del Tribunale, anche perché Castiglioni si è fermato in una sartoria a due passi dall’ingresso, dove ha bevuto anche un caffè. Un micro giallo nel giallo per il quale è stata trovata subito una soluzione, non appena Castiglioni si è allontanato: la visita è servita a sistemare un bottone. Proseguono intanto gli accertamenti della Guardia di Finanza su altre 14 delle 19 società che fanno capo alla holding Casti Group.
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