LA RINASCITA
Cavalca, si torna a sperare
Spuntano due imprenditori. Il sindaco: «Ampliamento solo se saranno assunti i 23 licenziati»

Ci sarebbero degli interessamenti per l’acquisto dell’ex Cavalca, il negozio di abbigliamento e scarpe che negli ultimi nove mesi è stato al centro del passaggio di proprietà dalla storica famiglia di Brenno Useria e poi di una telenovela legata al licenziamento collettivo dei circa 25 dipendenti.
Oggi, dopo una serie di notizie negative, finalmente se ne profila una buona: «Pare che a settembre - dice il sindaco di Arcisate, Gianluca Cavalluzzi - potrà essere avviato un dialogo per il potenziale subentro di nuovi imprenditori. Uno è del settore abbigliamento, l’altro di un altro comparto, ma non alimentare».
Tutto chiaramente è ancora un’ipotesi e, come avviene sempre in questi casi, finché non c’è una firma su un contratto, non vi è certezza.
Il primo cittadino arcisatese, in merito all’eventuale ingresso di nuove realtà, puntualizza due aspetti sull’area che, oltre al negozio, comprende una vasta zona di parcheggi: «Su quel terreno vi è la possibilità di un ampliamento di superficie, previsto dal Piano di governo del territorio. Per portarlo avanti, però, bisogna passare da tutte le fasi amministrative necessarie e obbligatorie».
In tal senso, visto che, talvolta, con un passaggio di proprietà, i nuovi imprenditori vogliono mettere mano anche a una ristrutturazione o alla costruzione di altra volumetria, il sindaco vuol lanciare un messaggio: «Fermo restando che su quell’area ci sono oggettivamente le possibilità di un allargamento, l’amministrazione potrà valutare eventuali proposte di ampliamento commerciale soltanto quando si verificheranno due condizioni. Primo: il completo reintegro di tutti i 23 dipendenti rimasti senza lavoro (nel frattempo qualcuno ha trovato un altro impiego, Ndr) e la loro soddisfazione con le altre eventuali pendenze in atto. Secondo: che il reintegro avvenga con lo stesso contratto e la stessa retribuzione precedente».
La crisi del Cavalca iniziò a fine primavera scorsa, con i dipendenti che, per la prima volta nella loro storia, scioperarono assieme ai sindacati e agli amministratori locali, manifestando fuori dal negozio di Brenno Useria a seguito principalmente del provvedimento di licenziamento collettivo adottato nei loro confronti.
La questione arrivò anche nella Commissione Attività produttive della Regione Lombardia, senza tuttavia trovare un esito positivo. A settembre, con l’arrivo di eventuali nuovi proprietari, sarà la volta buona?
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