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Leonardo Cazzaniga ha assistito all’ennesima parata di parenti affranti per la morte dei loro cari, spirati in pronto soccorso dopo la somministrazione del suo personalissimo mix di farmaci.

Tra loro, ieri, lunedì 12 novembre, anche Enzo Perazzolo, cugino di Massimo Guerra, ossia il marito dell’amante e infermiera Laura Taroni.

L’uomo era molto legato a Massimo ma anche ai suoi figli, che considerava come fossero i propri. «Dal giorno dell’arresto di Laura e Cazzaniga non sappiamo più nulla di loro e ne soffriamo molto».

La nonna, Maria Pia Florian, non si dà pace: «Morirò senza più vederli, ma cosa ho fatto di male per meritarmi questa cosa?», ha confidato più volte l’anziana al parente.

A Massimo era affezionatissima anche zia Irma, sorella di Luciano Guerra, l’altra presunta vittima di Cazzaniga (Taroni per questo omicidio è stata assolta).

La pensionata - di cui Perazzolo era amministratore di sostegno - è mancata lo scorso 28 agosto.

«Massimo le aveva costruito una serra e dopo la sua morte andava tutti i giorni, stringendo tra le braccia una foto del nipote. Noi siamo molto uniti, pensate che al mio matrimonio c’erano 324 invitati».

La parola è andata poi ai parenti di Antonino Isgrò, appuntato della guardia di finanza morto a 93 anni in pronto soccorso.

o La nipote Anna ha uno sgradevole ricordo dell’ex viceprimario: «Quando gli feci notare che le condizioni del nonno si erano aggravate si stizzì e ci mandò fuori dalla stanza in modo arrogante. E pensare che poco prima, mentre gli accarezzavo il braccio, il nonno mi disse “Anna, siamo forti”, nemmeno voleva andare in ospedale».

Giovanna Volontè, figlia di Mario, non può dimenticare le parole pronunciate dall’imputato quando arrivarono in pronto soccorso: «Ma cosa lo avete portato a fare?», avrebbe chiesto Cazzaniga alla famiglia.

«C’era anche mia madre, frasi così non si vorrebbero mai sentire».

Sarah Crespi

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