IL CASO
Charlie Kirk, scontro a Vergiate
Botta e risposta tra maggioranza e opposizione

S’è rivolta direttamente alla segretaria nazionale del Partito democratico Elly Schlein e a quella regionale Silvia Roggiani. La consigliere comunale Sarah Carlini della Lista Indipendente Carlini per Vergiate, iscritta a Fratelli d’Italia, ieri, lunedì 22 settembre, ha preso posizione contro un post pubblicato su Facebook dalla segretaria del circolo di Vergiate del Pd Monica Colombo. Carlini, dopo l’assassinio dell’attivista conservatore americano Charlie Kirk, sul suo profilo aveva scritto: «Qui il problema non è l’essere di destra o di sinistra ma il fatto che ancora oggi c’è chi viene ammazzato per le proprie idee, giuste o sbagliate che siano!». Colombo aveva commentato: «Ma volete santificare un razzista, discriminatore, omofobo? Ah, perché vi assomiglia. Che vergogna!».
In una nota Carlini ha chiesto a Schlein e a Roggiani «se condividono queste parole e se ritengono questo il modo con cui un loro dirigente interpreta il confronto politico. Ritengo grave e inaccettabile che si arrivi a definire come “razzista, discriminatore, omofobo” chi richiama un principio universale: la libertà di pensiero e di espressione. Il mio post voleva ricordare una realtà drammatica: ancora oggi nel mondo si muore per le proprie idee. Giuste o sbagliate che siano, la libertà di esprimerle resta un pilastro imprescindibile di ogni società civile. Trovo allora assurdo che un dirigente politico del Pd dimostri un atteggiamento intollerante che contraddice i valori di democrazia e pluralismo che il partito stesso dichiara di voler difendere».
Ribatte Colombo: «Fare un comunicato stampa non mi sembra il modo corretto di agire. Al di là del fatto che quella che ho espresso è la mia opinione personale e non quella del partito a cui sono iscritta, se la signora Carlini vuole confrontarsi con me sono disponibile. Io sono capace di difendermi da sola. Non capisco proprio perché ha sentito la necessità di coinvolgere le segretarie Schlein e Roggiani».
Colombo ha poi diffuso un comunicato in cui ha replicato ufficialmente a Carlini: «La sua volontà di accusarmi di intolleranza è assolutamente infondata. Ho espresso il mio pensiero, con tono piccato, ma sincero, di fronte alla strumentalizzazione che le destre stanno creando intorno all’assassinio di Charlie Kirk, accusando arbitrariamente i partiti di sinistra di inneggiare alla violenza. L’intento non era di certo questo perché ogni forma di violenza dev’essere sempre essere condannata così come la volontà di reprimere l’opinione altrui, lungi dalla mia formazione culturale e politica. Occorre scomodare addirittura la nostra segretaria nazionale? Non credo. È piuttosto d’obbligo riflettere sulla spettacolarizzazione politica che Carlini vuole creare intorno alle mie dichiarazioni: non una risposta diretta sul suo profilo, ma un comunicato stampa di cui la sottoscritta è stata completamente lasciata all’oscuro. Timore di un faccia a faccia? Inneggia alla libertà d’espressione, ma evita il confronto diretto e magari anche pubblico, a cui certamente non mi sottrarrei. Invece opta per lo stile della comunicazione sensazionalista così come era quella di Kirk, riflesso del suo contesto socio-politico di appartenenza assai diverso dal nostro: invece di cercare nelle discussioni uno strumento per convincere chi la pensava diversamente, il formato dei dibattiti che Kirk portava in giro premiava la sopraffazione e l’annientamento degli avversari, obiettivo inseguito spesso attraverso astuzie dialettiche e raramente con la sostanza degli argomenti, rafforzato da affermazioni ormai note, pericolose e tendenziose come “Le identità trans sono un contagio sociale”, “Non mi sembra giusto che grandi città occidentali abbiano sindaci musulmani”, e “Alcune morti per arma da fuoco sono un prezzo che vale la pena pagare”. Pertanto avere Kirk come modello di riferimento è una scelta che va in controtendenza con le mie idee e quelle del Partito democratico. I nostri modelli sono altri e la nostra storia antifascista lo dimostra e ne è ricchissima. Ciascuno è libero di scegliere, come Carlini e i suoi, i propri idoli, ma deve saperne cogliere e capire le conseguenze sul pensiero e sui comportamenti soprattutto di chi ancora deve costruirsi un pensiero critico. Per i nostri giovani non sceglierei mai Kirk come punto di riferimento, perché la libertà non consiste nel fomentare divisione, provocare gratuitamente per spettacolarizzare il pensiero proprio e altrui, per prevaricare l’avversario in tempi bui come questi dove di odio e di dolore ce n’è davvero troppo».
© Riproduzione Riservata