SUL PALCO
Claudia Donadoni in una geniale commedia di sentimenti
L’attrice varesina affronta i temi dell’amore, della morte e delle madri attraverso Natalia Ginzburg

L’attrice varesina Claudia Donadoni in scena dal 4 al 13 aprile al Teatro Menotti di Milano accanto a Giampiero Ingrassia, Marianella Bargilli, Lucia Vasini e Villa Lucio per la prima milanese di “Ti ho sposato per allegria”, la prima delle undici commedie di Natalia Ginzburg, qui diretta da Emilio Russo e nella quale la stessa Donadoni risulta come assistente alla regia.
Con scene di Fabiana Di Marco, costumi di Pamela Aicardi, musiche di Alessandro Nidi e Andrea Centonze e luci di Mattia De Pace, sul palco un testo che interroga con ironia e profondità sulle dinamiche dell’amore e della vita di coppia.
Scritta nel 1965, due anni dopo la vittoria della Ginzburg del Premio Strega con “Lessico famigliare”. Affronta non solo il tema dell’amore, ma anche quello della morte, delle madri, della disuguaglianza sociale, raccontandoli con la lingua concreta della quotidianità. «La commedia non è buonista, né consolatoria – scrive Russo nelle sue note di regia -. I sentimenti, invece, nel bene e nel male, li hanno i personaggi evocati e “viventi” attraverso il racconto). Tanti, tantissimi, che forse sono la vera genialità di questa commedia. Personaggi che costruiscono un mondo intero, ma anche un’epoca segnata da cambiamenti straordinari, che poi, dopo pochi anni, esploderà nella rivolta, nelle conquiste sociali, nello scontro generazionale, nello scontro di genere, nello scontro politico». Una commedia nella quale si ha la sensazione di un distacco dei sentimenti, in cui nessuno dei personaggi sembra mosso da empatia verso l’altro e dove tutto pare reggersi o crollare in obblighi mal sopportati dei vincoli familiari. E un testo, per usare ancora le parole delle note di regia, sicuramente comico, « per quel suo ritmo da commedia, nei dialoghi molto efficaci e nella narrazione dei personaggi assenti e assurdi, ma anche molto concreti e riconoscibili da ognuno. L’allegria deve venire quasi da sola, così come la comicità , tra le pieghe di una storia ricca di sfumature tra disincanto e tenerezza, il tutto miscelato con una certa dose di nostalgia, forse anche di rabbia per un mondo che non è poi andato così come doveva andare».
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