AVVISTAMENTI
Caprioli a spasso tra le case
Anche volpi e tassi tra gli animali selvatici che si godono i paesi deserti

«Si chiederanno che fine ha fatto la specie umana!».
L’esclamazione di Giuseppe Barra, presidente del Consorzio di gestione del parco regionale Campo dei Fiori, scaturisce in seguito all’avvistamento di specie animali che fino a qualche settimana fa, quando la gente ancora passeggiava nei boschi e sulle strade, era difficile vedere così vicini alle abitazioni.
Succede in questi giorni a Cerro di Caldana, un nucleo di antiche case a pochi passi da Cocquio Trevisago che si è sviluppato nei secoli al limitare dei boschi.
È una sorpresa accolta con favore dagli abitanti. Avvistare dal giardino due caprioli che guardano per nulla intimoriti verso le case in mezzo agli alberi è una novità che aggiunge meraviglia al piacere di vivere in mezzo alla natura. «È uno dei pochi effetti positivi di questa emergenza», affermano gli esperti del settore faunistico della Provincia.
Se poi si ha dietro casa un grande prato, da tutti conosciuto come «il pratone del Cerro», a sorpresa si aggiunge sorpresa, come è capitato a Valerio Franchi: due volpi con il loro piccolo poco lontano lo hanno guardato a poca distanza per nulla intimorite. E la scena si ripete.
Questo avviene di giorno, quando fino a qualche settimana fa erano habitué di quel luogo, ma solo la sera o la notte. Il vedere gli animali selvatici non in posizione di allerta è un privilegio di questi giorni.
Significa proprio che non c’è presenza umana. «Bisogna aggiungere anche la presenza di due tassi», continua Valerio che descrive quello che avviene di sera nel «pratone». Lo aveva verificato quando si poteva uscire con il cane: da una parte i cinghiali che scavano le loro buche, dalla parte opposta i caprioli, le lepri, i tassi. Vorrebbe vedere il cervo, che bruca i germogli nel bosco. Lo aveva avvistato, in mezzo al bosco, l’estate scorsa. «Sono possibili queste presenze - aggiungono dalla Provincia - perché sono animali che hanno paura dell’uomo. Ci sono, ma non si avvertono. La loro presenza non crea problemi».
«Si riscontrano questi comportamenti negli animali selvatici - interviene Francesco Miglierina, responsabile della polizia ittico venatoria provinciale - Hanno meno timore perché non vedono l’uomo».
Il pensiero di Valerio, chiuso in casa come noi in questi giorni, va a un luogo adiacente il pratone. Un luogo unico per la sua particolarità: il «sentiero delle sculture», così chiamato per la presenza di opere lignee dell’artista Sergio Terni, che ha scolpito nei tronchi delle figure ammirate dai visitatori, quali il guardiano del bosco, uno scoiattolo, una strega, un gufo, uno gnomo, una colombella, un ragno, una biscia. Senz’altro ora sarà frequentato da tutti questi animali, normalmente nascosti.
Un’immagine troppo bella, reale, ma non visibile. «Gli animali del bosco prendono la consuetudine di avvicinarsi alle case quando sanno che non c’è presenza umana - conclude Barra - L’aspetto positivo è che possono fruire liberamente del territorio; quello negativo è che prenderanno una consuetudine che sarà difficile perdere quando riprenderà la vita normale».
Lo scenario dell’alto Varesotto si contrappone a quanto succede nel parco Castello di Legnano, dove gli scoiattoli che prima girovagavano nel verde indisturbati, ora sembrano letteralmente spariti.
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