CORONAVIRUS
Astt, turni di 12 ore, personale in rivolta
E il termoscanner ai check point misura solo 33 gradi

In alcuni reparti, quelli più colpiti dalla riorganizzazione per l’emergenza Covid, si parla di sommossa del personale contro l’ipotesi di modificare gli orari di lavoro. E cioè turni lunghi dodici ore o, in alternativa, turno in quarta, che significa coprire la mattina e poi la notte.
L’Asst ha lanciato una sorta di sondaggio tra gli operatori coinvolti delle unità operative, ai quali è stato chiesto di compilare un modulo di consenso per la modifica della turnistica. E il nocciolo è proprio questo. «L’organizzazione del lavoro è in capo all’azienda, così come stabilisce il contratto e non si può fare ricadere sul personale già molto provato l’onere di una decisione in merito»: a parlare è Francesco Tucci, portavoce della rsu aziendale dell’Asst Sette Laghi. In una nota arrivata ieri ai dipendenti è stato spiegato che “la rsu non condivide nel modo più assoluto questa metodologia organizzativa e non può avallare scelte che rischiano di essere peggiori della situazione stessa”.
Da qui l’invito a non firmare alcun documento che faccia ricadere la scelta sugli operatori del comparto sanitario dell’Asst Sette Laghi (oltre 4.200 in totale, ma i lavoratori ai quali viene richiesta una scelta sono naturalmente solo una parte, quella coinvolta maggiormente nell’emergenza Covid).
Il tam tam è giunto ieri mattina direttamente da “radio ospedale”, mentre ufficialmente i sindacati hanno preferito non esporsi, al momento, per evitare l’acuirsi della tensione con la direzione e per evitare di essere additati - così dicono alcuni - come chi soffia sul fuoco della polemica in un momento in cui c’è bisogno di coesione. In realtà contatti tra le rappresentanze sindacali e l’azienda ci sono stati. I sindacati richiedono l’immediata sospensione dei provvedimenti sui turni e, all’Asst, una valutazione più approfondita della volontà di modificare gli orari di lavoro.
Molti dipendenti hanno famiglie da organizzare, dodici ore consecutive sono impegnative ma anche andare e tornare con turni spalmati la mattina e la notte, in base a dove si abita. E molti e molti infermieri risiedono fuori Varese. Salvo ripensamenti dell’ultimo minuto, già da oggi si dovrebbe partire con turni di 12 ore nei reparti più critici. Alla fine del mese, si parla di almeno 40-50 ore in più di lavoro a testa. E nonostante tutti gli operatori comprendano la delicatezza della situazione, è inevitabile che questo impegno possa produrre malumori.
Intanto, anche per i dipendenti dell’Asst sette Laghi, è scattato il controllo della temperatura corporea. Che si tratti di personale amministrativo, sanitario o tecnico, gli operatori dell’ospedale devono recarsi in uno dei check point istituiti nelle varie strutture, prima del turno. Un termoscanner rileva la temperatura.
La cosa singolare è che soprattutto nel primo giorno di attivazione del rilevamento alcuni termometri hanno segnato 33 gradi o poco più a molti operatori, rimasti naturalmente sbalorditi. Ieri la rilevazione sul collo e non sulla fronte è andata meglio e ha dato temperature più “normali”. Come è noto, oltre i 37,5 gradi, il personale non può entrare al lavoro.
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