DECESSI DA COVID-19
Ecatombe tra marzo e aprile
L’Inps: 47mila morti più del 2019, poco attendibili le cifre fornite dalla Prociv. Numeri record anche per le ore di cassa integrazione
Sono numeri record, com’era ovvio attendersi, quelli consegnati dall’Inps alla contabilizzazione dell’emergenza Covid-19 nei mesi di marzo e aprile: sia sul drammatico fronte dei decessi (47mila, molti di più di quelli attribuiti alla pandemia dalla Protezione civile), sia su quello, socialmente devastante, della cassa integrazione in deroga: 853 milioni di ore richieste per l’emergenza lavoro.
I 47MILA MORTI
Sono «poco attendibili» i dati della Protezione Civile sui decessi da Covid-19: lo scrive l'Inps nel rapporto nel quale stima in circa 47mila in più, rispetto alla media, le morti registrate in Italia fra marzo e aprile 2020: «La quantificazione dei decessi per Covid-19 condotta utilizzando il numero di pazienti deceduti positivi fornito su base giornaliera dal Dipartimento della Protezione Civile - si legge - è considerata, ormai, poco attendibile in quanto influenzata non solo dalla modalità di classificazione della causa di morte, ma anche dall’esecuzione di un test di positività al virus». La stima dell’Inps è in linea con quella elaborata dall’Istat con l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e della quale si attende a breve l’aggiornamento relativo al 30 aprile. Dello stesso avviso anche gli esperti di statistica, che da tempo rilevavano come i decessi dichiarati fossero sottostimati. Ieri i dati quotidiani comunicati dalla Protezione Civile indicavano un aumento dei decessi (156 in più in 24 ore), dei contagiati (642 più di mercoledì) e dei guariti (2.278 in più rispetto a mercoledì); per la prima volta, inoltre, scendono sotto i 10mila i ricoverati per Covid-19. In calo anche il numero dei malati (1.792 in meno) e dei ricoverati in terapia intensiva (36 in meno). Sono dati che continuano a fotografare la situazione dei primissimi giorni dopo la riapertura del 4 maggio e che non hanno mai soddisfatto del tutto gli esperti di statistica, come rileva anche l’Inps nel suo studio, intitolato “Analisi della mortalità nel periodo di epidemia da Covid-19”. «Si è discusso molto - si legge nello studio Inps -su quale potrebbe essere il numero vero dei deceduti. Molti epidemiologi hanno dichiarato che è plausibile che il numero dei morti per Covid-19 sia sottovalutato in quanto non tutti i decessi vengono testati con un tampone». Lo studio indica che, mentre in gennaio-febbraio i decessi sono stati 10.148 in meno rispetto ai 124.662 attesi, in marzo-aprile sono stati 46.909 in più rispetto ai 109.520 attesi e rileva che in quest’ultimo periodo «la distribuzione territoriale dei decessi strettamente correlata alla propagazione dell’epidemia e la maggiore mortalità registrata degli uomini rispetto alle donne è coerente con l’ipotesi che la sovra-mortalità sia dovuta a un fattore esterno».
CASSA INTEGRAZIONE RECORD
Sono oltre 835 milioni le ore per la cassa integrazione, ordinaria, la cassa in deroga e l’assegno ordinario chieste dalle aziende italiane all’Inps ad aprile a causa dell’emergenza da Covid 19, un numero di ore che avvicina alle richieste fatte in un intero anno di crisi economica quando le domande superavano in 12 mesi il miliardo di ore.
Il dato aumenta ancora se si aggiunge anche la cassa straordinaria, fortemente ridotta però per l’utilizzo della causale Covid. Aprile è il primo mese di boom dato che l’Inps contabilizza sulla base delle autorizzazioni date alle aziende e le richieste dei datori di lavoro sono partite dopo la circolare sul decreto Cura Italia del 17 marzo che concedeva a tutte le imprese italiane con dipendenti 9 settimane di ammortizzatori (13 erano già state concesse alle aziende della zona rossa).
Il Decreto Rilancio ha previsto la concessione di 9 ulteriori settimane (cinque entro agosto e quattro a settembre-ottobre se si sono utilizzate le altre 14) ed è probabile quindi che questo boom si confermi anche nei prossimi mesi.
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