CORONAVIRUS
Gallera: «Vicini al punto di non ritorno
Nonostante gli sforzi i posti in terapia intensiva sono vicini all’azzeramento. Torna in auge l’ipotesi ospedale in Fiera: il ruolo di Bertolaso. Contagi oltre quota 13mila

«Credo che ci sia una percezione sbagliatissima a Roma e non solo. La situazione è oggettivamente gravissima, il virus è subdolo, scompare e ricompare e colpisce duro. Siamo agli sgoccioli dei letti per la terapia intensiva, l’assessore mi dice che sono poche decine». Parole dure, quelle pronunciate dal presidente regionale Attilio Fontana in un’intervista a Repubblica, al termine della giornata di sabato 14 vissuta su cifre sempre più preoccupanti di un’emergenza coronavirus ancora lontana dalla fase recessiva, sulla polemica a distanza con la protezione civile per le mascherine e conclusa con la nomina dell’ex capo della protezione civile Guido Bertolaso a consulente personale per l’emergenza.
Poi Fontana torna sul tema dell’ipotesi di ospedale nell’area della Fieramilanocity, al Portello: «Avevamo fatto alla Protezione civile una proposta e ci avevano appoggiato. Loro avrebbero recuperato personale e ventilatori, noi i locali preparati come un reparto ospedaliero. Abbiamo già il progetto di massima al Padiglione 1 e 2 della Fiera. Ora non è colpa di nessuno e i ventilatori non si trovano e i medici mancano. Stiamo cercando di andare avanti lo stesso e ho chiamato Guido Bertolaso. Sarà il nostro consulente e ci aiuterà con i suoi contatti in tutto il mondo a realizzare questo ospedale da campo dedicato alle terapie intensive».
«Noi siamo i primi a essere finiti nello tsunami, anche la signora Merkel si è detta disposta a collaborare e se lo fa le dirò grazie per tutta la vita - prosegue Fontana, che sottolinea: «Il “modulo” studiato da Regione e Fiera Milano può servire per tutta l’Europa e fuori dall’Italia l’hanno compreso. E se da noi passerà l’emergenza, i malati da altre regioni potranno trovare qui il posto che non hanno a casa loro.
Non intendo fare politica con questo evento e non intendo fare polemiche né con il governo, né con la Protezione civile - conclude il governatore - Il fatto è che a dispetto di ogni difficoltà noi non vogliamo trovarci impreparati di fronte al peggio».
PUNTO DI NON RITORNO
«Tra poco arriviamo a un punto di non ritorno. Se ogni giorno abbiamo 85 persone in più che entrano in terapia intensiva e tendenzialmente ne escono due o tre, perché il dato è tra il 10 e il 15% considerato chi esce e chi muore, tutto questo non è sufficiente. E’ difficile per tutti ma, come noi stiamo facendo un grande sforzo, chiediamo la stessa intensità da tutti». Lo ha detto a Sky TG24 l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera.
L’ESPERIENZA DI BERTOLASO
Guido Bertolaso, l’ex capo dipartimento della Protezione Civile, è stato chiamato come consulente dal presidente Fontana “per la sua esperienza”. L’ha spiegato lo stesso Gallera all’Ansa. «Il governo ha difficoltà a reperirci i respiratori. Fontana ha chiamato Bertolaso per la sua esperienza per realizzare il nuovo ospedale, deve aiutarci a trovare sul mercato internazionale i macchinari e il personale qualificato», ha continuato.
Poi tenta di spiegare gli sforzi per trovare nuovi posti di terapia intensiva che diventano sempre più necessari con l’emergenza Coronavirus.
«Noi stiamo dando il massimo, stiamo aiutando i presìdi ospedalieri sotto pressione. In due giorni abbiamo spostato 90 pazienti in autoambulanza da Cremona, Crema, Bergamo, Seriate e portato in altre strutture, una capacità di reazione eccezionale, ma sempre più difficile. Speriamo - conclude - non arrivi il giorno in cui non riusciamo a offrire una risposta alla crescita del bisogno».
FIERA, IL SOGNO PROSEGUE
A breve è previsto un appuntamento telefonico fra Regione Lombardia e Protezione civile «per avere il via libera” al progetto di un ospedale da 500 posti di terapia intensiva nei padiglioni della Fiera di Milano». Lo ha spiegato Attilio Fontana a SkyTg24: «Comunque fino a che non ci saranno i respiratori essenziali per la struttura, i lavori non partiranno. Attendiamo la chiamata di un industriale italiano che sta cercando di recuperarne un numero importante».
RISPETTO DELLE MISURE
«Le misure contro la diffusione del Coronavirus credo siano sufficienti se rispettate», ha detto Fontana sottolineando che il picco di contagi di questi giorni è dovuto al fatto che tanti sono usciti domenica scorsa. «Dobbiamo fare in modo che si rispettino» le indicazioni.
A tal proposito sono stati 9924 i controlli sul rispetto dei provvedimenti per il contenimento del Coronavirus realizzati a Milano nella giornata di sabato. In 24 ore le forze dell’ordine hanno controllato 4.937 persone, di queste 215 sono state denunciate per non aver rispettato i provvedimenti (essere ad esempio uscite di casa senza motivo) mentre 6 per aver mentito nell’autocertificazione.
I controlli sui negozi sono stati invece 4.987, 19 i titolari denunciati per non aver rispettato le norme e tre quelli multati.
I DATI AGGIORNATI
Nel tardo pomeriggio è arrivato il consueto aggiornamento di giornata fornito in diretta Facebook da Giulio Gallera. Prima dei numeri, una considerazione: «Oggi le nostre città sono deserte, una buona notizia anche se stiamo ancora scontando l’affollamento di sette giorni fa. Considerando i tempi di incubazione del virus (10, 11 massimo 14 giorni), si può immaginare e sperare che i primi risultati in tema di calo del trend di crescita dei contagi si vedrà sul finire della settimana entrante».
Poi le cifre, impressionanti ma con dei distinguo: «Oggi il numero dei pazienti positivi è di 13.272, con una crescita sostanziale di 1.587 unità rispetto a ieri. I ricoverati sfiorano i cinquemila (4.898, +602) mentre i pazienti in terapia intensiva sono 757, solo venti in più. È un incremento molto ridotto, ma non per questo dobbiamo cantare vittoria. D’altro canto i decessi sono 1.218, con +252. Ma d’altro canto non dobbiamo prendere neanche in maniera troppo negativa l’aumento così elevato. I dati vanno valutati nell’ambito di una settimana per cogliere un trend di qualche consisenza. certo, c’è una crescita costante, ma non di tipo esponenziale, un elemento che ci deve rafforzare nella nostra battaglia».
LE PROVINCE
«Bergamo continua ad essere la provincia più colpita, con 3.416, 522 in più rispetto a ieri. Seguono Brescia (2.473), Cremona (1792), Lodi con 1320 ma solo +45, un territorio in cui le misure rigide hanno dato risultati evidenti. A Milano città metropolitana il totale è di 1.750, di cui 711 in città, cifra tutto sommato bassa rispetto alla popolazione di oltre un milione e 300mila persone del capoluogo. Per quanto riguarda Varese, siamo arrivati a quota 184, una delle più basse della Regione. Vedremo comunque da giovedì in poi se questo trend rallenterà in modo evidente, ce lo auguriamo».
LE FORZE FRESCHE
«La nostra strategia continua ad essere quella di alleggerire gli ospedali che hanno ancora oggi un afflusso molto massiccio ai Pronto soccorso. Oggi abbiamo trasferito ancora 60 persone da Crema, Cremona, Seriate, Alzano e Bergamo. Stiamo facendo un grande lavoro di squadra che vede pubblico e privato totalmente sullo stesso piano».
C’è poi il lavoro di “ampliamento” degli organici (oggi sono stati selezionati altri 130 tra medici e infermieri) e l’aggiunta costante di posti in terapia intensiva: «Abbiamo raggiunto quota 1.200, di cui 904 destinati al Covid, ma i numeri aumentano costantemente. Anche se abbiamo recuperato un buon margine rispetto ai pochi numeri che si registravano ieri».
E oltre al personale (da segnalare il caso della Fondazione Rava, che oltre a fornire medici e infermieri, ha anche donato una postazione completa di terapia intensiva che sarà da domani operativa al Policlinico) è importante la battaglia per reperire nuovi macchinari, come i 90 respiratori ricevuti in giornata dalla Protezione civile.
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