CORONAVIRUS
Gli irriducibili del giro quotidiano
I controlli delle forze dell’ordine. La Polizia locale denuncia un pizzaiolo: non solo consegne a casa
Varese città chiusa. Tante persone ancora in giro sabato, quante ieri tutte chiuse in casa. Solo la mattina (e nella prima parte del pomeriggio) c’è stato viavai per i supermercati (almeno quelli rimasti aperti).
Sabato in particolare, code particolarmente lunghe all’esterno di alcuni supermercati, ma anche ieri mattina.
La Polizia locale ha dovuto presidiare alcuni punti proprio per evitare assembramenti senza il rispetto della distanza di un metro. Anche al Sacro Monte, dove vige l’ordinanza di “chiusura” della strada dallo scorso weekend, sono stati fatti alcuni controlli. Nessuna segnalazione particolare. Nella serata di sabato, gli agenti hanno fermato nel centro del capoluogo, in due ore e mezzo di servizio, soltanto sei auto. Tutti automobilisti con giustificazioni valide.
Solo un pizzaiolo ha continuato la propria attività quasi come se nulla fosse. Invece che pizza consegnata a domicilio, pizza da asporto (con clienti in attesa) e pure alcuni tavolini per consumare lì, volendo. Insomma norme non rispettate. La denuncia, sulla base dell’articolo 650 del Codice penale, è per inottemperanza a un provvedimento dell’autorità. E il prefetto valuterà la chiusura del locale tra i 5 e i 30 giorni.
Sabato, ultimo giorno prima dell’ulteriore giro di vite deciso dalla Regione Lombardia, in troppi non hanno resistito alla tentazione di una splendida giornata di sole per uscire a fare una passeggiata o ritrovarsi con amici e conoscenti. Un appuntamento che in molti casi è proseguito fino a tarda sera. E così altre 85 persone sono state denunciate dai carabinieri per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. Per nessuno di loro è scattata la sanzione da cinquemila euro prevista dall’ultima ordinanza firmata da Attilio Fontana che entrava in vigore ieri.
Un dato che resta preoccupante: i cittadini controllati dai militari del comando provinciale dell’Arma sono stati 584, ciò significa che quasi il 15 per cento di loro era uscito senza alcuna valida giustificazione. Una percentuale persino più alta di quella registrata il giorno prima (7 per cento). Chissà se l’arrivo dell’Esercito, atteso per oggi a Varese come a Busto, riuscirà a convincere la gente a starsene chiusa in casa.
Pregiudicati a spasso
I carabinieri della Compagnia di Varese hanno sorpreso 28 persone (venti italiani e otto stranieri, tutti albanesi), di età compresa tra 20 e 45 anni, che andavano a zonzo, da soli o in gruppo, sia per il centro di Varese, sia in comuni limitrofi: da Arcisate ad Azzate a Malnate. Ed è proprio in quest’ultima cittadina che è stato scoperto il maggior numero di “ribelli”: undici. La maggior parte dei quali, peraltro, pregiudicati o comunque personaggi già noti alle forze dell’ordine. Nessuno di loro ha saputo fornire una ragione per quell’uscita. Qualcuno ha provato a giustificarsi («Stavo andando dal tabaccaio» oppure «Vado a lavorare»), ma con spiegazioni tutt’altro che convincenti. Ma c’è anche chi ha ammesso candidamente di essere uscito solo per farsi un giro, fregandosene di decreti, ordinanze e divieti. Tanto da prendersi la seconda denuncia per lo stesso reato nell’arco di pochi giorni.
ESCE PER SPACCIARE
A Verbania i carabinieri della sezione operativa della Compagnia, durante i controlli dei pedoni per verificare il rispetto del decreto, si sono imbattuti in uno spacciatore. L’uomo, un 56enne residente nel capoluogo del Vco, non è stato in grado di motivare la sua presenza in strada. Anzi, ha mostrato un certo nervosismo che ha insospettito i militari. I quali hanno deciso di perquisirlo: addosso nascondeva dosi di cocaina ed eroina, mentre a casa sono stati trovati materiali e sostanze per il taglio della droga e il confezionamento delle dosi. Per lui, oltre alla denuncia per l’inosservanza del decreto del presidente del Consiglio, è scattato anche l’arresto per detenzione a fini di spaccio di stupefacenti. L’uomo si trova ai domiciliari.
© Riproduzione Riservata