CORONAVIRUS
I contagiati a Busto salgono a tre
Per altri si attende l’esito del tampone. In provincia ricoverati anche tre pazienti provenienti dalla zona rossa

C’era da aspettarselo che la diffusione del coronavirus nel territorio bustese non si esaurisse con il solo caso registrato venerdì.
Tant’è che ieri, nel piano del reparto di Malattie Infettive deputato a gestire questa emergenza, sono stati ricoverati altri due soggetti risultati positivi al controllo, assieme a una quarta persona trasportata in città da Lodi e Cremona. I due nuovi pazienti ricoverati, come detto, risiedono in zona, anche se non è stato specificato il Comune di residenza per evitare di alimentare allarmi specifici che, in un contesto di grande confusione e nel quale il numero degli infetti cresce ad altissima velocità, si preferisce tenere sopiti. Quel che è certo è che si tratta di individui provenienti dal comprensorio gestito dall’Asst Valle Olona, che comprende anche le zone di Gallarate e Saronno, i cui ospedali vengono però “lasciati liberi” dal coronavirus per dirottarvi invece tutte le altre patologie.
ALTRI CASI SOSPETTI
In aggiunta a questo quadro che evidenzia come ormai il livello di propagazione sia decisamente alto e rapido, va anche detto che la struttura bustese ieri sera era in attesa di una decina di esiti di tamponi fatti ad altri cittadini giunti in struttura con problemi cardiorespiratori o sottoposti al controllo perché in stretto contatto con gli individui la cui positività è stata accertata.
ALTRI TRE TRASFERITI
Ieri, oltre alla gestione dei casi di pazienti positivi emersi in provincia di Varese, nel territorio è stata attivata anche la rete del mutuo soccorso. E all’ora di pranzo, approfittando della calma domenicale, c’è stato il viavai di ambulanze dal territorio lodigiano e cremonese a quello varesino. Almeno una persona risultata colpita da coronavirus è stata portata all’ospedale di Busto Arsizio e lo stesso è avvenuto a Varese, dove già c’era un contagiato spostato da Crema a cui si è aggiunto un uomo da Cremona.
PERSONALE IMMUNE
La buona notizia, semmai, è che fortunatamente nessun operatore dell’Asst ha contratto il coronavirus. Anche in questo caso medici e infermieri che sono entrati in contatto con il 74enne che venerdì mattina arrivò al pronto soccorso con febbre alta, tosse e difficoltà respiratorie, sono stati sottoposti ad accertamenti, risultati negativi. Lo conferma il direttore generale Eugenio Porfido: «Durante quell’accesso ci furono alcune manovre che avrebbero potuto provocare la trasmissione, quindi è stato attivato il protocollo per verificare le condizioni dei dipendenti. In tutti i casi l’esito del tampone è stato tuttavia negativo ed è un fatto che ci tranquillizza tutti».
IL MISTERO DI BORSANO
Intanto restano stazionarie le condizioni del primo contagiato della città, un borsanese di 74 anni che già da tempo faceva i conti con condizioni di salute precarie. A quanto pare tutti gli approfondimenti effettuati sui parenti stretti hanno escluso che anche loro abbiano contratto il virus, anche se resta complicato capire come il Covid-19 abbia raggiunto il pensionato, che per la sua situazione di salute non usciva di casa da tantissimo tempo. Potrebbe essere accaduto durante la visita di un “portatore” asintomatico, ma per ora costui non si è trovato. Ma d’altronde, con l’esplosione dei casi in tutta la Regione, anche la ricostruzione di movimenti e contatti viene fatta in maniera molto meno dettagliata rispetto all’inizio dell’emergenza, non fosse altro perché i casi - veri o sospetti che siano - sono a questo punto talmente tanti che ci vorrebbe un esercito di persone incaricato solo di dettagliare una mappa del contagio che ormai si è diffusa in mille rivoli.
«SIAMO STRUTTURATI»
Lo stesso d.g. Porfido, in questo momento, invita a «non fare una rincorsa ai numeri, perché siamo di fronte a un virus che si diffonde ad alta velocità e ad ogni ora le cifre cambiano e le segnalazioni da un lato si moltiplicano e spesso si rivelano nulle». Fatto sta che l’Asst che lui guida si è strutturata per tener botta alle richieste di assistenza: «Siamo pronti a fare la nostra parte - afferma - con un impegno che si sviluppa su tre livelli: per adesso ci sono tre persone in Rianimazione, la quale si differenzia fra quella che richiede una ventilazione costante e quella che la richiede anch’essa ma non è invasiva; in più c’è il semplice ricovero». Quindi Porfido conclude: «Nei prossimi giorni rimoduleremo ulteriormente l’organizzazione di questo spazio, sempre in stretta collaborazioni con gli altri presidi». Ciò che pare ormai definito è che tutti i casi di coronavirus saranno sempre smistati fra Busto e Varese, «perché gli altri ospedali devono affrontare tutte le innumerevoli necessità sanitarie».
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