CORONAVIRUS
«Quante mascherine ci prestate?»
La caccia dei presidi nei reparti: al via check point per misurare la temperatura ai dipendenti

La possibilità di difendersi ancora con le mascherine, sul fronte dei dispositivi di protezione individuale per tutti gli operatori dell’ospedale di Circolo di Varese, ha le ore contate.
Il conto alla rovescia è cominciato: se non arrivano occhiali e guanti e tute di protezione, ma anche “solo” le mascherine chirurgiche, curare i pazienti sarà complicato. Qualcosa è entrato nei magazzini dell’Asst, ma ancora molto va fatto.
E così infermieri e operatori sanitari vanno letteralmente a caccia di mascherine da un reparto all’altro. Una situazione che va avanti dallo scorso weekend e che porta gli operatori a chiedere “in prestito” qualche dispositivo, sapendo perfettamente di non poterlo restituire.
Il tutto avviene senza lasciare sguarniti i nuovi reparti dedicati interamente ai pazienti Covid e che contano ormai circa 170 posti letto.
Una certa preoccupazione investe anche il personale del Pronto soccorso, dove vi sono spazi per la cura dei pazienti più gravi con il virus, in una sorta di dependance della sala delle emergenze del Ps e dove gli operatori, proprio perché “al fronte”, sono più esposti al rischio di venire in contatto con pazienti positivi, che non sanno ancora di esserlo e senza le dovute precauzioni.
LA DIFFIDA
Sulla necessità di adottare misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e di fornire “idonei dispositivi di protezione individuali qualitativamente e quantitativamente conformi” per garantire dal rischio di contagio, è intervenuto il coordinamento regionale lombardo di Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche.
In particolare viene denunciato l’«omesso monitoraggio dei sanitari positivi e la mancanza di mascherine Ffp2, Ffp3, calzari, tute protettive, camici impermeabili monouso, guanti e visiere».
IL MONITORAGGIO
A partire da stamattina, tutti i dipendenti dell’Asst Sette Laghi (poco meno di seimila) saranno sottoposti al controllo della temperatura corporea prima dell’inizio del turno di lavoro.
Vari check point sono allestiti nei presidi ospedalieri e territoriali. Obbligatorio, prima di accedere, sottoporsi la controllo della temperatura corporea. Se si ha oltre i 37.5 gradi, l’operatore non potrà entrare in servizio e sarà sottoposto al tampone per verificare se ha una infezione da Sars-Covid2.
Invece il personale amministrativo e tecnico (e tutto il personale delle ditte esterne) dovrà misurare la temperatura prima di arrivare sul posto di lavoro, compilare una autocertificazione da consegnare al proprio responsabile.
Se ha una temperatura oltre 37.5, deve avvisare il proprio medico curante, oltre al responsabile del servizio dove lavora.
IL MESSAGGIO
Il direttore generale dell’Asst Gianni Bonelli ha inviato in video il suo ringraziamento a tutti i dipendenti: «Prima vi ho scritto il mio grazie, ora mi sembra doveroso ripeterlo mettendoci la faccia e guardandovi negli occhi, anche se virtualmente: grazie. C’è un sforzo corale in atto che credo non abbia precedenti, ognuno nel suo ruolo sta dando il suo contributo dimostrando flessibilità e competenza e un grande senso di responsabilità».
Dice, il dg, che vorrebbe dare «certezze, ma vi imbroglierei: l’unica certezza che ho è che voglio condividere con voi lo sforzo che stiamo affrontando insieme». Per quanto riguarda i dispositivi di protezione, il dg sottolinea che «accanto alle forniture da parte di Regione abbiamo cercato di fare di più, sollecitando gli enti del terzo settore e tutti privati che si sono resi disponibili a cercare di reperire il materiale di maggiore necessità».
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